venerdì 20 maggio 2016
​Per la corte di appello di Roma ci fu condotta omissiva nei confronti di Salvatore Vacca, il militare morto a 23 anni per leucemia
Uranio impoverito, condannata la Difesa
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Sedici anni dopo la morte di Salvatore Vacca la Corte di appello di Roma ha condannato il ministero della Difesa per condotta omissiva nei confronti del soldato, certificando ancora una volta la relazione tra l'esposizione all'uranio impoverito e lo sviluppo delle neoplasie che hanno portato alla morte 333 ragazzi e oltre 3600 malati.

IL SERVIZIO IN BOSNIA E LA MALATTIA. Vacca caporalmaggiore dell'Esercito del 151° Reggimento della Brigata Sassari, era stato in missione in Bosnia nel 1998 e poi nel 1999. E' morto a soli 23 anni per una leucemia linfoblastica acuta dopo essere rimasto esposto a munizioni all'uranio impoverito. Il Tribunale ha confermato la sentenza emessa in primo grado ritenendo lo Stato colpevole per non aver protetto adeguatamente il suo soldato. Motivo per cui la Farnesina dovrà anche pagare ai genitori del ragazzo un risarcimento di circa 2 milioni di euro.

LA BATTAGLIA DELLA MADRE. "Quello di Vacca è uno dei primi episodi con cui nasce il caso uranio impoverito e fu la madre, Giuseppina, a iniziare questa battaglia nel 2002, dopo la morte del figlio - spiega Domenico Leggiero dell'Osservatorio Militare - La sentenza d'appello che conferma il primo grado è importante perchè fissa dei principi fondamentali: primo la colpa del ministero della Difesa e secondo la distinzione che c'è tra indennizzo e risarcimento. La madre infatti aveva già avuto un indennizzo per danno patrimoniale, mentre ora i giudici attestano che da parte del ministero c'è stato un danno causato dall'inadempienza di misure di sicurezza previste per il militare. È una sentenza unica nel suo genere da questo punto di vista. Il ministro Pinotti ora non potrà ignorare quello che emerge dalla sentenza".

Leggiero ricorda inoltre che si tratta "della 47esima sentenza di condanna ottenuta dall'avvocato Angelo Fiore Tartaglia dell'Osservatorio nei confronti del ministero della Difesa. È stato un crescendo di presa d'atto da parte della magistratura che oggi ha emesso questa sentenza unica in Europa che potrebbe chiudere definitivamente il caso uranio impoverito. Questa sentenza darà certamente una spinta maggiore alla missione della quarta Commissione parlamentare" che indaga sui casi di morti per neoplasie di militari in missione.

"La decisione arriva proprio alla vigilia dell'audizione in commissione d'inchiesta del ministro Pinotti prevista per giovedì, che certamente prenderà atto delle evidenti ed impetuose motivazioni in essa contenute. Su un caso così complicato la magistratura -conclude Leggiero- ha saputo intervenire con determinazione e terzietà nell'argomento riportando in giusto equilibrio quella fiducia necessaria in un ordinamento democratico tra cittadini ed istituzioni".

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