sabato 14 maggio 2016
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Roma. Fa ancora discutere la scivolata di Matteo Renzi che - commentando il via libera alle unioni civili - ha trascinato nell’agone politico il Vangelo nell’intervista a Porta a Porta. Prende posizione anche l’agenzia Sir, il Servizio di informazione religiosa. «Le Costituzioni passano, il Vangelo resta», scrive il direttore dell’agenzia promossa dalla Cei Domenico Delle Foglie. «Conosciamo a memoria il “date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio”, architrave della laicità ben intesa. Ma perché - si chiede Delle Foglie - tirare in ballo il Vangelo?». Sul tema unioni civili interviene l’arcicescovo di Cambobasso Bojano monsignor Giancarlo Bregantini, che riferisce della battuta amara di un disoccupato 50enne: «Questo governo invece di pensare a noi povera gente senza lavoro che cosa è andato a fare?». Per Bregantini «l’esultanza del premier Renzi è stata indebita. L’esultanza è opportuna quando si apre un’azienda, nel lavoro, nel dare vigore alle cose grandi, non per la vicenda di una minoranza. In un momento come questo - conclude - non si trattava di una battaglia principale, non è una vittoria, è un’accoglienza di una situazione particolare che noi rispettiamo». Ma Bregantini esclude, ora, conseguenze sul referendum di ottobre. «Non fatemi commentare le parole del presidente del Consiglio», risponde invece il presidente del Senato Pietro Grasso a chi gli chiede di chiosare le parole del premier. «Sulle unioni civili ci sono opinioni rispettabili e ognuno cerca di portare avanti le proprie convinzioni che poi si devono ricomporre nella nostra società», dice Grasso. Mentre Alfio Marchini torna sul tema che l’ha visto al centro delle polemiche, circa la 'celebrazione' o meno delle unioni, se sarà sindaco. «Ovvio che c’è una legge e la si rispetta». Ma se non si tratta di un matrimonio «alla domanda se farei come l’ex sindaco Marino, rispondo no. Il matrimonio ha un valore importante». Il premier Matteo Renzi a 'Porta a porta'
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