lunedì 9 maggio 2016
Il premier Renzi annuncia la fiducia. Ma il clima politico è teso. Fi: democrazia asfaltata. Binetti: il governo precisi che non ci saranno altri passi in avanti.
Unioni civili, dibattito alla Camera
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​È iniziata oggi pomeriggio, con la relazione della relatrice Micaela Campana (Pd), la discussione generale sul ddl unioni civili in aula alla Camera. Sono stati presentati oltre 300 emendamenti al ddl Cirinnà, anche se il governo  ha già annunciato che porrà la questione di fiducia. L'obiettivo dell'esecutivo, sin dall'inizio, è stato infatti quello di approvare il provvedimento senza alcuna modifica rispetto al testo licenziato da palazzo Madama. Dunque, il timing prevede che entro mercoledì 11 maggio si voti la fiducia, per poi dare il via libera definitivo alla legge al massimo il giorno dopo, giovedì 12 maggio. "Profonda emozione e orgoglio" perché la Camera sta per approvare una legge che "restituisce dignità ai cittadini omosessuali" una "legge di civiltà, una legge per tutti perché migliora la qualità della nostra democrazia" ha detto Campana sottolineando come ci siano voluti più di 30 anni di discussione e tre anni di iter parlamentare.   L'intenzione di chiedere la fiducia, in modo da mettere al riparo l'iter dal rischio di voti segreti, già preannunciato dal Governo e ieri sera è arrivata la "bollinatura" del premier Renzi: "La prossima settimana avremo la legge sui diritti civili - ha detto domenica a Fabio Fazio - Metteremo la fiducia e il 12 maggio la legge sarà votata". Nonostante infatti alla Camera la maggioranza sia ampia i malumori sono trasversali agli schieramenti e non è escluso che per alcune votazioni potrebbero crearsi alleanze alternative. La prima prova è attesa per la mattina di martedì con il voto sulla questione pregiudiziale di costituzionalità presentata dalla Lega. Ma non è questa votazione a seminare qualche preoccupazione, bensì quelle che potrebbero arrivare su alcune correzioni messe a punto da esponenti centristi della maggioranza. C'è, ad esempio, chi non si dà per vinto e insiste nel chiedere che i sindaci possano esercitare l'obiezione di coscienza e, dunque, non celebrare le unioni civili. Sul versante opposto si teme la riapertura del dibattito sulla stepchild adoption, vale a dire la possibilità di adottare il figlio del partner che varrebbe anche per coppie gay. Nella maggioranza si scalda il clima politico con le contrapposizioni tra l'area cattolica che chiede al premier di non spingersi oltre e la sinistra del Pd che punta al matrimonio "egalitario". Paola Binetti (Ap) annuncia che voterà si alla fiducia ma si asterrà sul ddl. "Renzi dica una parola chiara al Pd: che con questa legge il capitolo è chiuso" dice la deputata invitando il premier a confrontarsi con i portavoce del Family day. Altri due parlamentari di Ap Maurizio Sacconi e Alessandro Pagano si rivolgono al presidente Mattarella affinché esami con cura il ddl Cirinnà-De Giorgi che presenterebbe "profili di incostituzionalità per la sovrapposizione delle unioni con i matrimoni e la copertura finanziaria delle maggiori spese indotte dalla estensione di tutit i benefici riconosciuti alle famiglie naturali". Anche il centrodestra insorge contestando soprattutto i metodi usati dal governo Renzi. "Su unioni civili fiducia sbagliata, asfalta confronto e mortifica Parlamento. Da governo solo prove di forza. Se l'avesse fatto il centrodestra..." scrive su Twitter il senatore di Fi Andrea Mandelli.
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