venerdì 29 aprile 2016
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È durata cinque ore l’undicesima udienza del processo vaticano per la divulgazione di notizie e documenti riservati. La seduta è stata dedicata all’audizione di due testi, Paola Monaco e Paola Pellegrino, all’epoca dei fatti rispettivamente segretaria del cardinale presidente (Giuseppe Versaldi) e archivista della Prefettura degli Affari Economici della Santa Sede. Nel corso dell’interrogatorio Paola Monaco ha sostenuto che nel «gruppo ristretto» che si riuniva negli uffici della Prefettura vaticana degli Affari economici, formato da monsignor Angel Lucio Vallejo Balda, dal suo collaboratore Nicola Maio e dalla pr Francesca Chaouqui - ora coimputati con i giornalisti Gianluigi Nuzzi e Emiliano Fittipaldi -, insieme al capo ufficio del dicastero monsignor Alfredo Abbondi (che verrà ascoltato come testimone), il «capo» da un punto di vista «sostanziale» era la Chaouqui. «Aveva un’influenza forte su monsignor Vallejo – ha detto –, a mio parere era il soggetto dominante nel gruppo». L’addetta della Prefettura dicastero ha descritto il clima di grande nervosismo che si respirava negli uffici per le intemperanze di Vallejo verso il personale, anche per le dinamiche «non serene» all’interno del «gruppo parallelo ». Paola Pellegrino da parte sua ha parlato di ingenti prelievi e fotocopie di documenti dell’archivio della Prefettura da parte di Vallejo e dei suoi collaboratori senza annotazioni e giustificazioni. E ha raccontato di quando la Chaouqui mandò in regalo a Vallejo «una boccia con dei pesciolini rossi». «In ufficio – ha spiegato – interpretammo quel gesto come un monito per il monsignore, come un invito a non parlare. I pesci poi morirono perché nessuno naturalmente se ne occupò». La prossima udienza, la dodicesima, è stata indetta per domani mattina. È prevista la continuazione dell’audizione dei testimoni ammessi. (G.C.) Il processo
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