lunedì 21 aprile 2014
​Sono molte le persone che arrivano a Milano e in Lombardia per curarsi. Ecco come trovare un posto letto a prezzi accessibili per i familiari che devono seguire i loro cari per assisterli. (Enrico Negrotti)
COMMENTA E CONDIVIDI
Una malattia, un intervento chirurgico, un qualunque problema di salute che renda necessario essere ricoverati in un ospedale lontano da casa provoca sicuramente disagi emotivi, ma anche preoccupazioni economiche a tante famiglie ogni anno. E Milano (compreso l’hinterland fino a Monza) è una delle “capitali” della sanità italiana, con molti centri di eccellenza che attirano pazienti da fuori regione. «Oltre 100mila persone ogni anno, tra pazienti e parenti, hanno bisogno di un alloggio temporaneo a Milano» spiega Guido Arrigoni, segretario dell’Associazione Prometeo, che insieme ad altre quattro associazioni, ha dato vita alla rete “A casa lontani da casa” proprio per venire incontro a queste necessità, soprattutto delle famiglie meno abbienti. «Ogni associazione rilevava da tempo il bisogno di alloggi a prezzi calmierati – continua Arrigoni –. L’Associazione Prometeo, che dal 1999 si occupa (presso l’Istituto nazionale dei Tumori di Milano) di pazienti malati e trapiantati di fegato, ha cominciato comprando un alloggio (tre stanze e servizi comuni) per parenti dei suoi ricoverati. Abbiamo poi aggregato intorno a noi la sezione milanese della Lega italiana per la lotta contro i tumori (Lilt), l’Associazione volontari ospedalieri (Avo), CasAmica e Associazione Marta Naruzzo, dando vita al progetto “A casa lontani da casa”, che ora può contare su circa mille posti letto». I primi passi dell’azione comune sono stati un’indagine sulla domanda «con modalità scientifiche, distribuendo circa 1.500 questionari negli ospedali a malati e parenti», e una sull’offerta «costruendo un database di tutti coloro che mettono a disposizione alloggi per questo scopo. Attualmente abbiamo “schedato” oltre una quarantina di organizzazioni, fondazioni, parrocchie (la Caritas è stata nostra alleata in questa ricerca), che hanno disponibilità di alloggi a prezzi calmierati e le abbiamo visitate. È stato un percorso durato due anni, ma ha portato frutto». Oltre al sito internet (www.acasalontanidacasa.it) è attivo un numero verde (800.161.952), gestito dagli operatori del Gruppo Filo diretto (partner del progetto), che fornisce – 24 ore su 24, 365 giorni l’anno – a chi telefona in cerca di un alloggio tutte le informazioni necessarie per trovare la soluzione adeguata. «Attraverso indagini con assistenti sociali e personale dell’ospedale – precisa Arrigoni – cerchiamo di aiutare soprattutto le persone meno abbienti: diciamo che, tra i 100mila che vengono a Milano, vorremmo rispondere alle necessità di quei 20-25mila che sono la parte più debole». Oltre a questa iniziativa – che continua a svilupparsi e crescere nel maggior coordinamento tra le associazioni e con le strutture residenziali – ci sono altre “reti”, legate a singole onlus di supporto ai malati o a singoli ospedali. Nell’ambito del progetto “Non lasciamoli soli”, la onlus Ospedale dei bambini Milano-Buzzi (che supporta le attività della struttura sanitaria specializzata nell’assistenza pediatrica) profonde molti sforzi per dare alloggio ai parenti dei piccoli ricoverati. Ma molti dei maggiori ospedali milanesi (per esempio Niguarda, Istituto nazionale dei tumori, Istituto neurologico Besta, Ospedale Maggiore Policlinico) sui loro siti internet, offrono indicazioni su alcune strutture – dalle case di accoglienza a residence e hotel – che offrono ospitalità ai parenti dei malati. Alcuni indirizzi si ripetono nei diversi elenchi, ma è bene “spulciarli” tutti, perché si trovano anche specifiche soluzioni. «Il nostro lavoro – aggiunge Arrigoni – mira a creare un sistema coordinato, per superare il passaparola che ancora spesso caratterizza la ricerca di un alloggio».
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: