mercoledì 11 maggio 2016
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BARI Fino all’altro giorno Bari era uno snodo per l’ingresso e l’uscita di jihadisti e aspiranti foreign fighters, i cosiddetti combattenti stranieri. Da qui sono passati, Salah Abdeslam, l’ex terrorista più ricercato d’Europa, Raphael Marcel Frederic Gendron e Bassam Ayachi, arrestati dalla polizia e poi liberati dopo due sentenze della Corte d’appello: il primo è morto combattendo in Siria, il secondo si è arruolato nelle fila del Califfato dopo essere stato l’ideologo della moschea di Molenbeek. Ieri, invece, si è avuta la conferma che il capoluogo pugliese – punto privilegiato nei collegamenti da e verso Albania, Montenegro e Grecia – ospitava anche la base operativa di una cellula terroristica che progettava attentati in Italia e in Europa. Tre le persone fermate, due quelle ricercate, tutte con lo status di protezione umanitaria. I carabinieri hanno arrestato, su disposizione dei pm della Dda, Roberto Rossi e Pasquale Drago, il 23enne afghano Hakim Nasiri, domiciliato presso il Cara (Centro di accoglienza per richiedenti asilo) di Bari-Palese, il 29enne afghano Gulistan Ahmadzai, domiciliato presso Borgo Libertà a Cerignola (Foggia) e il 24enne pakistano Zulfiqar Amjad, residente a Bari, bloccato a Milano nei pressi della stazione di Porta Romana. I due ricercati sfuggiti alla cattura, e probabilmente rientrati in Afghanistan, sono Qari Khesta Mir Ahmadzai, 30 anni e Surgul Ahmadzai, entrambi domiciliati presso il Cara barese. L’associazione individuata dagli investigatori avrebbe «finalità di terrorismo internazionale, in Italia e all’estero, realizzando anche in Italia (oltre che in Francia, in Belgio) una rete di sostegno logistico di una organizzazione eversiva sovranazionale di matrice confessionale, funzionalmente collegata all’organizzazione terroristica internazionale denominata Isis, all’emirato Islamico dell’Afghanistan e di Al Qaeda». Gli indagati avrebbero avuto – secondo l’accusa – «disponibilità di armi, predisponendo, tramite la preventiva ispezione dello stato dei luoghi (anche con documentazione fotografica e video), attentati terroristici presso aeroporti, porti, mezzi delle forze dell’ordine, centri commerciali, alberghi oltre che di altri imprecisati attentati terroristici in Italia e Inghilterra». Tutto inizia il 16 dicembre, quando alcuni cittadini, insospettiti dalle riprese effettuate con un cellulare del centro commerciale di Santa Caterina da quattro persone, avvisano i carabinieri. Dall’esame del telefono cellulare sequestrato emergono anche immagini dell’interno dell’aeroporto di Bari-Palese e del porto con sullo sfondo una nave militare. Poi il Circo Massimo, il Colosseo, la Tour Eiffel e diversi luoghi di Londra, tra hotel di lusso, centri benessere, ristoranti. L’inchiesta si allarga. Il gruppo visita sette città in nove giorni, soprattutto con voli low cost: Roma, Milano, Parigi, Londra, Kabul. Si effettuano intercettazioni telefoniche e ambientali. E spuntano immagini di armi, militanti talebani, materiale ideologico di propaganda jihadista. Compresi i fotogrammi di una specie di libro contabile del traffico di migranti, fonte di finanziamento del gruppo. «La cellula terroristica – si legge nel provvedimento di fermo – diffondeva l’ideologia violenta della guerra santa e le tecniche di combattimento (manuali operativi, manuali di fabbricazione di esplosivi) mediante lo strumento di Internet». Anche se – come ha ricordato il procuratore di Bari, Giuseppe Volpe – non ci risulta assolutamente un attentato imminente in Italia. Tra le immagini ritrovate dagli inquirenti, c’è anche una curiosità: Hakim Nasiri è stato fotografato insieme al sindaco di Bari, Antonio Decaro, durante la cosiddetta Marcia degli Scalzi del 10 settembre 2015, organizzata in tutta Italia in segno di solidarietà e integrazione in favore dei cittadini immigrati. © RIPRODUZIONE RISERVATA Hakim Nasiri, uno dei presunti terroristi fermati, in posa con un fucile
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