venerdì 13 maggio 2016
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MESSINA Voto di scambio e appoggio di due clan mafiosi per le elezioni del 2012 e 2013 nella città peloritana. La squadra Mobile di Messina ha eseguito ieri 35 ordinanze di custodia cautelare, 26 delle quali in carcere, nei confronti di altrettanti soggetti accusati, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso finalizzata alla commissione di una serie di delitti contro la persona e il patrimonio, tra cui estorsioni e spaccio di stupefacenti, oltre che all’acquisizione della gestione o del controllo di attività economiche, di appalti e di servizi, e per voto di scambio. Tra i destinatari della misura cautelare in carcere anche un consigliere comunale, l’ex capogruppo del Partito democratico, Paolo David, transitato poi a Forza Italia, cui viene contestata l’associazione per delinquere per commettere una lunga serie di casi di corruzione elettorale. Nel corso delle indagini condotte dalla Mobile, e coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Messina, sarebbe stato accertato che l’ex esponente del Pd avrebbe contattato alcuni esponenti della malavita messinese, e in particolare dei quartieri Camaro e Santa Lucia Sopra Contesse, per chiedere voti per se stesso in occasione delle elezioni amministrative di Messina del 2013 e per i deputati Franco Rinaldi e Francantonio Genovese, rispettivamente per le regionali del 2012 e le politiche del 2013. Gli inquirenti sono riusciti a registrare delle conversazioni, mediante intercettazioni telefoniche e ambientali, dalle quali risulterebbe che l’esponente politico, attraverso il collegamento con altri soggetti, avrebbe chiesto l’appoggio elettorale a due clan mafiosi della Città dello Stretto, i Ventura e gli Spartà, in cambio di favori e, nel caso in cui fossero garantiti un certo numero di voti, di assunzioni trimestrali in una clinica privata messinese. Tra gli arrestati anche l’ex consigliere comunale Giuseppe Capurro, già capogruppo del Pdl, per concorso esterno in associazione mafiosa e per scambio elettorale politico-mafioso. Secondo la Dda Capurro, candidato nelle fila del Pdl alle amministrative del 2013, avrebbe accettato la promessa di Carmelo Ventura, capo dell’omonimo clan mafioso operante nella zona di Camaro, di procurare voti in cambio di denaro. Una grossa matassa - così gli inquirenti hanno anche denominato l’indagine - difficile da sbrogliare, che lega tra le sue maglie consorterie mafiose messinesi. L’indagine ha accertato che vi erano gruppi ben organizzati, legati alle cosche, che procacciavano voti ai politici in cambio di favori, di denaro (50 euro a voto), di disbrigo di pratiche amministrative, di promesse di posti di lavoro, di appalti e persino di derrate alimentari. La complessa indagine, condotta attraverso numerosi servizi d’intercettazione telefonica e ambientale, ha consentito agli inquirenti di accertare l’esistenza di stretti rapporti di collaborazione, in particolare nella gestione di affari illeciti, in estorsioni e persino nella pianificazione di gravi delitti contro la persona, tra l’associazione mafiosa di Santa Lucia Sopra Contesse, quella facente capo a Carmelo Ventura, elemento di spicco della criminalità locale, e altre organizzazioni criminali operanti in città. Arrestato anche un ex ispettore di polizia che procacciava voti per i politici. La polizia ha anche sottoposto a sequestro preventivo quattro società riconducibili a soggetti legati alle famiglie mafiose. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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