domenica 15 maggio 2016
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ROMA Al processo vaticano per la divulgazione di notizie e documenti riservati non ci saranno le testimonianze del cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, del porporato spagnolo Santos Abril y Castello (presidente della Commissione di vigilanza dello Ior) e dell’arcivescovo polacco Konrad Krajewski, elemosiniere di Sua Santità. È quanto emerso nel corso della tredicesima udienza che si è tenuta ieri mattina, dedicata appunto all’audizione dei testi. In apertura dei lavori il presidente Giuseppe Dalla Torre, ha dato lettura di un’ordinanza con cui il Tribunale ha disposto che «in ragione del loro ufficio » non abbia luogo l’audizione dei tre testi in questione che erano stati richiesti dalla difesa dell’imputata Francesca Chaouqui. I tre testi infatti hanno inviato comunicazione di volersi avvalere di quanto disposto dal Codice di procedura penale in vigore nella Città del Vaticano, il quale prevede che «i pubblici ufficiali non possono essere obbligati a deporre su ciò che è stato loro confidato per ragioni d’ufficio, salvo i casi in cui la legge li obbliga espressamente a informarne la pubblica autorità…». Il cardinale Parolin ha tenuto, in ogni caso, ad aggiungere che sentiva di dover specificare di non aver alcun elemento da riferire per quanto riguarda l’argomento su cui era stato citato come testimone, cioè il rapporto fra la Chaouqui e il coimputato monsignor Angel Lucio Vallejo Balda. Nel corso dell’udienza sono stati quindi ascoltati altri tre testimoni: il vescovo ausiliare di Roma Augusto Paolo Lojudice, nonché Roberto Minotti e monsignor Alfredo Abbondi della Prefettura degli affari economici. Il presule ha confermato che la donna gli era stata presentata come persona capace di promuovere attività caritatevoli, che però non si sono mai realizzate, aggiungendo che la pr si presentava vantando relazioni con il premier Matteo Renzi e la ministro della Salute Beatrice Lorenzin. Monsignor Abbondi da parte sua ha minimizzato il proprio ruolo, dopo che il suo nome, nel corso delle audizioni precedenti, era stato citato più volte insieme a quello dei due imputati principali Vallejo e Chaouqui, come partecipanti ad un gruppo chiuso che si incontrava negli uffici della Prefettura. Il presidente Dalla Torre, gli ha domandato se facesse parte di un «gruppo segreto mafioso» e monsignor Abbondi ha negato, sottolineando che il numero di incontri è stato «enfatizzato » nel corso del processo e che il suo ruolo era esecutivo e senza responsabilità particolari. Abbondi ha ammesso di avere avuto alcuni pranzi con Vallejo e Chaouqui, ed ha confermato in particolare un pranzo con Paolo Berlusconi, durante il quale sono state evocate le questioni vaticane e il fratello dell’ex premier ha fatto alcuni giochi di prestigio. L’ecclesiastico ha poi riferito che la Chaouqui lasciava intendere di far parte dei servizi segreti italiani e che organizzò una conferenza al Caffè Greco di Roma, a cui partecipò anche l’allora capo del Dis, Giampiero Massolo. Le prossime udienze del processo, con la continuazione e conclusione dell’audizione dei testimoni son state fissate per domani pomeriggio e martedì mattina. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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