giovedì 26 luglio 2012
Si muove anche il ministro della Salute: un decreto per indagare sulla mortalità nella terra dei fuochi. Per l’Istituto Pascale di Napoli sono in netto aumento i tumori nelle province di Napoli e di Caserta. In settembre la relazione dei super esperti ministeriali. TUTTE LE PUNTATE
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​Una task force di super esperti per studiare la «situazione epidemiologica» nella "terra dei fuochi" tra le province di Napoli e Caserta, «con riferimento all’incidenza della mortalità per malattie oncologiche», e «verificare se l’incidenza della mortalità per tumore dipenda da fattori ambientali». L’ha istituita il ministro della Salute, Ranato Balduzzi con un decreto che porta la data di ieri. Chiedendo risposte in tempi molto brevi. Il gruppo di esperto dovrà, infatti, presentare al ministro una relazione entro il 28 settembre. È la risposta operativa che i cittadini di quelle aree attendevano dopo la pubblicazione da parte di Avvenire dei nuovi dati dell’Istituto Pascale di Napoli sull’incremento della mortalità. E infatti il decreto, nella premessa, fa proprio riferimento a «recenti articoli di stampa» che «hanno anticipato le risultanze di un’indagine condotta da un ricercatore dell’Istituto Pascale di Napoli che evidenziano come nella Regione Campania, ed in particolare nelle province di Caserta e Napoli (città esclusa), dal 1988 ad oggi si sarebbe verificato un incremento delle morti per malattie oncologiche, causate da fattori ambientali».Negli ultimi venti anni, riferisce infatti il Pascale nel rapporto anticipato da Avvenire, in provincia di Napoli (città esclusa) si sono avuti incrementi percentuali del tasso di mortalità per tumori del 47 per cento fra gli uomini e del 40 per cento tra le donne, incrementi che sono stati rispettivamente del 28,4 per cento e del 32,7 per cento anche in provincia di Caserta. Mentre in Italia, negli stessi ultimi venti anni, i tassi sono viceversa rimasti tendenzialmente stabili e al Nord sono addirittura diminuiti. Secondo i ricercatori napoletani questo eccesso di mortalità è strettamente legato a cause ambientali e «richiederebbe maggiore attenzione da parte delle istituzioni». Non è la prima volta che il mondo scientifico lancia l’allarme. Nel 2004 fu «Lancet», la più prestigiosa rivista medica internazionale che coniò per queste aree il termine «triangolo della morte». Mentre nel 2008 uno studio commissionato dalla Protezione civile ed elaborato dell’Organizzazione mondiale della sanità e dall’Istituto superiore di sanità, aveva già fornito dati molto preoccupanti.Per vederci più chiaro in questi dati, e prendere gli opportuni provvedimenti, il ministro ha dunque istituito il gruppo di lavoro assicurando, come si legge nel testo, «il necessario raccordo con le analoghe attività di verifica disposte dal ministero dell’Ambiente». Il riferimento è alle indagini che il ministro Clini ha affidato ai carabinieri del Noe. Questi hanno già acquisito lo studio del Pascale e nei prossimi giorni il ministero darà inizio ad una campagna di controllo su tutti i siti di produzione, stoccaggio, trattamento di quelle tipologie di rifiuti speciali che storicamente hanno trovato nell’incenerimento una forma di smaltimento illecita e a costi stracciati. Ora, in modo coordinato, ci si muove sul fronte della salute.Il gruppo di lavoro è guidato dal Direttore generale della prevenzione del ministero, Giuseppe Ruocco, ed è costituito dal direttore dell’Ufficio qualità degli ambienti di vita sempre del ministero, Liliana Arcangela Rita La Sala, dal dirigente medico dell’Ufficio Promozione comportamenti e stili di vita del ministero, Antonio Federici, da direttore del Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute dell’Istituto superiore di sanità, Stefania Salmaso, dal direttore del Dipartimento ambiente e connessa prevenzione primaria, sempre dell’Iss, Loredana Musumeci, e dal capitano Pietro Della Porta, del Comando Carabinieri per la Tutela della Salute (Nas). E visto il difficile momento economico del Paese, il decreto precisa che «ai componenti del gruppo di lavoro non spetta alcun compenso o indennità», e che «le eventuali spese di missione sono a carico delle rispettive amministrazioni di appartenenza», ma, avverte, «senza nuovi e maggiori oneri a carico della finanza pubblica».
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