sabato 14 maggio 2016
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Roma. Prima perseguitato politico in Mauritania, poi profugo in Italia, ora testimonial di percorsi di integrazione nelle scuole. La storia di Mor Amar non finisce di stupire. E il figlio di un ministro africano, fucilato nel colpo di Stato del 2008, fa il suo ingresso nella Sala capitolare del Senato per l’incontro conclusivo con gli studenti del progetto 'Confini'. «Sono commosso e onorato – dice – di essere stato per voi, tra tanti muri che si stanno costruendo, un ponte verso l’immigrazione mondiale». «Anch’io come Mor sono stato un migrante, dall’Abruzzo in Svizzera – commenta il senatore Claudio Micheloni, presidente del Comitato per gli italiani all’estero – dove nei primi anni di infanzia ero 'clandestino': i miei genitori non avevano il permesso di portare i figli». A riempire la sala arrivano gli studenti di quattro licei romani - il Vivona, il Cannizzaro, il Plauto e il convitto Vittorio Emanuele II - in rappresentanza delle 19 classi di 6 istituti di Roma e provincia che hanno aderito al progetto della cooperativa Sophia, fondata nel 2013 da Mor e da tre romani per «creare valore economico attraverso l’integrazione». Tre le aree: immigrazione, educazione, comunicazione. Il percorso formativo nelle scuole ruota attorno al libro scritto da Mor Amar e Caterina Amodio, dal titolo provocatorio 'Stronzo nero'. Lettura guidata, incontro con gli autori, laboratorio di approfondimento sul fenomeno delle migrazioni in Italia. Ieri la giornata conclusiva con la vicepresidente del Senato Linda Lanzillotta, oltre a Micheloni. L’incontro col profugo e con i suoi soci della cooperativa ha spinto tanti studenti a superare stereotipi e chiusure xenofobe. Ma la storia della cooperativa li ha convinti ad avere più fiducia in un futuro che non sembra più promettere occasioni di lavoro. Il progetto è stato finanziato da Fondazione Cei Migrantes, Nando Peretti foundation, Fondazione Aimc, Euroma2. Luca Liverani © RIPRODUZIONE RISERVATA Mor Amar
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