martedì 10 maggio 2016
​Vivono in povertà materiale ed educativa, con servizi inadeguati. La denuncia di Save the Children. Italia spaccata in due. In Sicilia e Campania il triste primato.
In Italia un milione di bambini senza futuro
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Hanno solo quei pochi vestiti che indossano, non fanno vacanza, non fanno sport non vanno al cinema e non leggono libri. In Italia ci sono un milione di bambini poveri. Di una povertà che non è solo materiale ma anche e soprattutto formativa ed educativa. Una 'povertà assoluta'. Con poche o nulle opportunità di riscatto sociale. Bambini e adolescenti, tra i 6 e i 17 anni che vivono soprattutto al Sud: in Sicilia, in Campania e in Calabria. Lontano dai centri urbani, spesso in località isolate e con pochi mezzi di trasporto pubblico, dove non ci sono pioscine o palazzetti dello port e tantomeno biblioteche, cinema e teatri. Località in cui è più scarsa e inadeguata l’offerta di servizi e opportunità educative e formative che consentano ai minori di apprendere, sperimentare, sviluppare e far fiorire liberamente capacità, talenti e aspirazioni. Sono i dati che emergono dal rapporto pubblicato da Save the Children dal titolo "Liberare i bambini dalla povertà educativa: a che punto siamo?" presentato ieri in occasione del rilancio della campagna 'Illuminiamo il futuro'. Sono la Sicilia e la Campania a detenere il triste primato delle regioni italiane con la maggiore 'povertà educativa'. Al secondo posto della classifica in negativo, con un leggero distacco, la Calabria e la Puglia. Fanno da contraltare Lombardia, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia, le aree più 'ricche' di offerta formativa ed extracurriculare per i minori. La ong internazionale fotografa il ritratto in chiaroscuro di un Italia lontana dagli obiettivi europei. Dove le opportunità per bambini e adolescenti sono esigue sia a scuola che fuori. L’analisi di Save the Children conferma la stretta correlazione tra povertà materiale e povertà educativa: è proprio nelle regioni ai primi posti della classifica sulla povertà educativa che si registrano i tassi di povertà più elevati d’Italia. In Italia sono 1.045.000 i bambini che vivono in povertà assoluta e si concentrano in particolare in regioni come la Calabria (quasi uno su quattro) o la Sicilia (poco meno di uno su cinque). Sono invece poco meno di due milioni quelli che vivono in povertà relativa (il 19%), ma ancora una volta è il Sud a vivere la situazione peggiore, dove più di un terzo dei minori si tro- va questa condizione.  In Italia il 48% dei minori tra 6 e 17 anni non ha letto neanche un libro, se non quelli scolastici, nell’anno precedente, il 69% non ha visitato un sito archeologico e il 55% un museo, il 46% non ha svolto alcuna attività sportiva. Se nel Sud e nelle Isole la privazione culturale e ricreativa è più marcata, arrivando all’84% della Campania, nelle regioni del Nord riguarda comunque circa la metà dei minori considerati, dove solo le province di Trento e Bolzano scendono al di sotto di questa soglia (rispettivamente 49% e 41%). Come in un circolo vizioso, inoltre, i bambini e gli adolescenti che nascono in zone dove maggiore è l’incidenza della povertà economica e che offrono poche opportunità di apprendimento a scuola e sul territorio, una volta diventati giovani adulti rischiano di essere esclusi, perpetuando questa condizione per le generazioni successive. «I bambini che vivono in condizioni di forte deprivazione economica sono i più esposti alla povertà educativa, che li colpisce spesso già nei primi anni di vita, determinando un ritardo nell’apprendimento e nella crescita personale ed emotiva, che difficilmente potrà essere colmato crescendo», spiega Valerio Neri, direttore generale dell’ organizzazione dedicata salvaare la vita dei bambini e a tutelare i loro diritti. «Un Paese che non garantisce diritti, doveri e opportunità uguali per tutti, soffocando sul nascere le aspirazioni e i talenti dei nostri figli – aggiunge Neri – non è solo un Paese ingiusto, ma un Paese senza futuro».
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