sabato 11 dicembre 2010
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«C’è un obbligo morale dell’Italia: quello di farsi carico del futuro di queste persone, innanzitutto richiamando l’Europa alle proprie responsabilità». Savino Pezzotta, parlamentare dell’Udc e presidente del Consiglio italiano rifugiati (Cir), è il primo firmatario di un appello che ha preso forma negli ultimi giorni in Parlamento a favore dei 250 eritrei. «La Camera è chiusa, ma non siamo andati in vacanza – spiega –. Chiediamo di promuovere l’evacuazione umanitaria dei profughi, sotto l’egida dell’Europa». Un intervento, se necessario anche un’operazione di forza, per arrivare alla liberazione di donne e bambini ridotti in stato di schiavitù dalla banda dei trafficanti che li ha sequestrati a sud del Sinai. Il primo passo auspicato, nella lettera-appello sottoscritta in modo bipartisan da diversi esponenti delle forze politiche, è dunque la fine del sequestro. Poi, una volta in salvo, la richiesta è che i richiedenti asilo possano essere destinati ai diversi Stati membri. «C’è un rimpallo di responsabilità tra Egitto e Libia sulla sorte dei detenuti – spiega il deputato del Pd, Jean Leonard Touadi, che è tra i firmatari del testo – ma mentre Tripoli non ha sottoscritto la Convenzione di Ginvra, il Cairo l’ha fatto e di conseguenza è tenuto al rispetto dei principi di diritto internazionale». Il timore delle ultime ore è che i giovani eritrei possano essere in qualche modo identificati dalle autorità del loro Paese d’origine e che le loro famiglie diventino così potenziali vittime di rappresaglia. «Ci rivolgiamo all’Europa perché regolamenti le politiche dei flussi migratori» aggiunge Touadi. Per Gennaro Malgieri, deputato del Pdl e membro dell’Assemblea parlamentare euromediterranea, «sottoscrivere questo appello è stata una scelta doverosa. Parliamo di una vicenda che dovrebbe interessare tutto il mondo libero. Dobbiamo salvare dalla morte queste persone, non c’è alcuna alternativa. È un gesto doveroso di accoglienza». L’obiettivo è dunque scuotere le diplomazie del Vecchio continente, sin qui piuttosto restìe nel manifestare un interesse al caso. «Il governo si muova per i profughi eritrei – ha ripetuto in serata Rosy Bindi, vicepresidente della Camera –. Serve un segnale forte di responsabilità dell’Europa». Lunedì, come anticipato nei giorni scorsi da Avvenire, potrebbe arrivare dagli europarlamentari italiani di Strasburgo una richiesta di chiarimento da parte della Commissione Ue, come preannunciato nei giorni scorsi da David Sassoli (Pd), Mario Mauro (Pdl) e Carlo Casini (Udc). «Tutto ciò che si muove nella direzione di una mobilitazione va benissimo – commenta Pezzotta – e se a livello europeo si presenta una mozione, è ovviamente un ottimo segnale». Oltre a Pezzotta, Touadi e Malgieri, altri parlamentari hanno firmato l’appello lanciato a Bruxelles. Tra gli altri, ci sono Livia Turco, Paola Binetti, Rita Bernardini, Flavia Perina, Luigi Zanda e Luigi Manconi.
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