venerdì 30 novembre 2018
Secondo il filosofo ancora una volta viene colmato il vuoto delle istituzioni
«Un gesto fondamentale Si chiama la collettività ad agire»
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«Iniziative come quella della giornata di digiuno e preghiera indetta dai vescovi della “Terra dei fuochi” sono una chiamata alla responsabilità e riempiono vuoti istituzionali ». Questo il pensiero del filosofo Aldo Masullo sull’iniziativa lanciata dai vescovi di Caserta, Aversa, Acerra e Nola nelle parrocchie delle loro diocesi, in seguito all’escalation di roghi dei siti di stoccaggio dei rifiuti dall’inizio dell’anno in Campania e nel resto d’Italia.

Professor Masullo,i vescovi di quattro diocesi della “Terra dei fuochi” hanno chiamato i propri fedeli a una giornata di preghiera e digiuno per lo scempio ambientale in atto da decenni in Campania. Qual è il significato di un’iniziativa del genere per la società campana?
Dal mio punto di vista, che è quello di un laico, non posso tuttavia che guardare con favore questa iniziativa. L’azione della Chiesa, in quanto istituzione etica, è di fondamentale importanza per tenere alta l’attenzione su un fenomeno così drammatico qual è quello della “Terra dei fuochi”. Ed è di grande importanza proprio perché fiancheggia l’iniziativa civile. Direi quasi che funge da stimolo all’autodifesa. Purtroppo le comunità meridionali scontano una certa pigrizia nel difendere i loro legittimi diritti. Pertanto, la prima difesa che le popolazioni di questa terra devono attuare è quella della stessa vigilanza contro chi ha atteggiamenti criminali e offensivi del bene pubblico. È chiaro che in questa ottica l’azione della Chiesa ha un forte valore pedagogico, come chiamata alla responsabilità.

Spesso la Chiesa campana ha assunto un ruolo guida di fronte alle problematiche sociali della regione. Basti pensare al movimento antimafia messo in moto nei decenni scorsi dall’azione del defunto vescovo di Acerra Antonio Riboldi. Anche quando è esploso lo scandalo della Terra dei fuochi, la Chiesa campana ha fatto sentire la sua voce, attraverso i suoi vescovi e tanti sacerdoti impegnati sul territorio.
Proprio così. Si potrebbe dire che la Chiesa campana spesso si è trovata a riempire dei veri e propri vuoti istituzionali. Laddove le istituzioni hanno latitato, spesso è intervenuta la Chiesa a sopperire.

Nella lettera che la settimana scorsa i vescovi della Terra dei fuochi hanno inviato ai propri fedeli per invitarli al digiuno e alla preghiera, c’è un chiaro riferimento all’enciclica 'Laudato si’' di papa Francesco sull’ambiente. La Chiesa di papa Francesco è una Chiesa molto attenta a questo tipo di problematiche. È chiaro che dietro tutto questo c’è e ci deve essere una forte coscienza filosofica. Deve essere chiaro a tutti che la persona non esiste se non nel mondo che abita, che è quasi un’estensione del suo corpo. Se un individuo non ha rispetto dell’ambiente che lo circonda, non ha rispetto nemmeno di se stesso.

L’iniziativa dei vescovi nasce dopo l’escalation di roghi nei siti di stoccaggio dei rifiuti della Campania, un fenomeno peraltro sempre più in crescita in tutta Italia. Dai roghi è scaturito poi il dibattito, che ha visto contrapposti i due principali leader di partito del governo, sulla necessità di dotare la regione di nuovi impianti e di completare finalmente il ciclo dei rifiuti dopo decenni di crisi. Lei che idea si è fatto?
Io penso questo: i rifiuti di una comunità vanno smaltiti innanzitutto tramite una raccolta differenziata virtuosa. Ma, in mancanza di essa, va certamente fatto ricorso a un’impiantistica moderna fatta di sistemi di compostaggio e, perché no, anche di termovalorizzatori all’avanguardia. Ormai abbiamo a disposizione impianti affidabili, credo sia stupido opporvisi in maniera pregiudiziale.

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