domenica 19 novembre 2017
Partita aperta, gli slovacchi non hanno neppure l’aeroporto
Enzo Moavero

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Il meccanismo di voto ha introdotto «un fattore politico» che integra e forse condizionerà le valutazioni tecniche. Ciò nonostante, «l’Italia è in campo con tutti i titoli in ordine, perché la candidatura di Milano ha ricevuto ottimi apprezzamenti nel merito dalla Commissione europea, dalla stessa Ema e dalle aziende del settore. La parola chiave per convincere gli altri 26 Stati è 'continuità'». Enzo Moavero Milanesi attende con particolare attenzione il verdetto di domani da parte del Consiglio affari generali dell’Ue perché ha coordinato il gruppo di lavoro che ha predisposto il complesso dossier per la candidatura del capoluogo lombardo. «Comune, Regione e amministrazioni centrali hanno svolto un grande lavoro – spiega l’ex ministro per gli Affari europei nei governi Monti e Letta –. Ad esempio, grazie al Provveditorato agli studi, abbiamo fornito dati meticolosi sulle scuole in lingua non italiana per i circa 600 figli dei dipendenti dell’Agenzia ».

Perché dice che la parola 'continuità' può premiare l’Italia? Per la prima volta, l’Ue non sceglie la sede di una nuova agenzia. Si tratta, invece, di spostarne una già esistente e questo è estremamente rilevante. Dobbiamo assicurare che i dipendenti di Ema escano un venerdì sera dall’attuale sede di Londra ed entrino il lunedì nella nuova, senza nessun rallentamento nel loro lavoro. Milano lo garantisce. La sensazione però è che Bratislava pos- sa superare Milano. Perché? Il motivo, forse, sta nel metodo decisionale scelto dal Consiglio europeo del giugno scorso. Dopo la prima fase con la valutazione delle candidature, c’è una seconda fase, con il voto segreto per la scelta concreta, che ci sarà domani. È un sistema inedito. Per la prima volta è il Consiglio affari generali dell’Ue ad assumere la responsabilità della decisione e con un meccanismo di voto a dir poco caleidoscopico che rende impervia ogni previsione. È quindi il fattore politico che fa avanzare Bratislava e la Slovacchia? I parametri prescritti per la selezione sono sei. Cinque di natura eminentemente tecnica, mentre uno è più politico e riguarda la distribuzione delle agenzie Ue sul territorio dell’Unione. È quest’ultimo criterio che può avvantaggiare la Slovacchia, un Paese in cui non ha sede nessuna agenzia. Tuttavia, è solo uno dei sei criteri. Inoltre, potrebbe andar bene se discutessimo di un’agenzia nuova, ma ha molto meno senso per agenzie già operative, che non devono subire rallentamenti o interruzioni nella loro attività. Priorità basilare proprio per Ema, la cui missione è strettamente collegata con la tutela della salute dei cittadini europei. Se vincesse Bratislava, ci troveremmo di nuovo nella situazione per cui i Paesi dell’Est ricavano dall’Ue più opportunità che doveri... Francamente, non la metterei in termini così aspri. Altri potrebbero dire cose simili contro l’Italia, riferendosi al dibattito sui conti pubblici. Tuttavia, gli equilibri politici nell’Unione non sono sempre all’altezza della situazione. Per esempio, si parla molto di geopolitica: due agenzie lasciano Londra, una dovrebbe restare in Europa occidentale (e la Germania chiede con vigore Eba, l’Agenzia per le banche) e una andare all’Est, da cui l’idea di Ema a Bratislava. Ma si può obiettare che ci sono anche il Nord e il Sud e quindi proporre Copenaghen o la centrale Amsterdam, che hanno presentato un buon dossier, oppure Barcellona, che in questo momento assume un significato simbolico forte. Noi pensiamo, invece, che debbano prevalere i criteri di merito e lo diciamo sia per ragioni oggettive di serietà della scelta sia perché li soddisfiamo alla grande. Ricordi le principali qualità di Milano... La raggiungibilità, con ben tre aeroporti. L’edificio, il Pirellone, già pronto all’uso e che necessita di pochi adattamenti. Soluzioni abitative per i dipendenti, le scuole per i figli, opportunità di lavoro per i familiari. Eccellente ricettività alberghiera prossima alla sede per tutti i 500-600 interlocutori giornalieri di Ema. Non a caso, in un sondaggio interno fra i dipendenti dell’agenzia, Milano risulta tra le quattro opzioni preferite, insieme a Amsterdam, Barcellona, Copenaghen e prima di Vienna. Bratislava non c’è... In effetti. Peraltro, Bratislava stessa indica che per raggiungerla il grande aeroporto intercontinentale più vicino è quello di Vienna: quindi, in un altro Stato e a 60 chilometri di distanza... È davvero un’opportunità per il Paese avere l’Ema? Indubbiamente. L’attività di Ema muove un indotto significativo e gli attori dell’importantissimo settore farmaceutico avrebbero ulteriori stimoli a portare a Milano e in Italia laboratori, stabilimenti, uffici di rappresentanza. Si è vociferato di uno scambio offerto dall’Italia ai Paesi baltici: più militari alla Nato in cambio del sostegno sull’Ema. La ministra Pinotti si è detta «offesa » per questa ipotesi. A lei risultano trattative del genere? A me non risultano e la dichiarazione della ministra risponde alla domanda dal livello più appropriato. Ma anche simili congetture dimostrano che se non ci si fonda sui criteri di vero merito qualitativo non si sa più dove si va a finire. ©

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