giovedì 9 settembre 2010
Il Cavaliere frena la Lega. E avverte: «C’è bisogno di stabilità». Discorso alla Camera il 28 settembre. Salta il vertice sul Colle? Resta in campo l’idea dall’arruolamento di una «legione straniera» formata da ex finiani e Udc. Ma c’è anche chi ipotizza in caso di voto una staffetta con Tremonti.
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«No al voto. Garantiamo il governo del fare». Dall’ufficio di presidenza del Pdl arriva il no di Silvio Berlusconi all’accelerazione della Lega verso le elezioni. «Ho il dovere di governare, ed è una responsabilità che tutti hanno il dovere di condividere», spiega il premier ai suoi. «Dobbiamo mantenere le promesse che abbiamo fatto agli italiani», rimarca ancora. Nelle parole di Berlusconi, Bossi - al di là dei toni usati, che qualche imbarazzo istituzionale l’hanno creato - non è però descritto come l’alleato che minaccia tradimenti, ma semmai come quello che richiama tutti a una serietà di comportamenti, che dovrà essere mantenuta da tutti. «Se poi ci sarà qualcuno che si assumerà la responsabilità di far cadere il governo allora significa che ora sta bluffando...», ragiona il premier, che ora è costretto a fare i conti con il mezzo ultimatum di Bossi: entro 15 giorni si deve capire.«Si va avanti tranquilli», in Parlamento «ci sono i numeri». Ha ribadito il premier rispondendo a chi gli chiedeva se il governo vosse in condizione di andare avanti sul programma dopo lo strappo con Fini, all'uscita dalla residenza romana dell'ambasciatore israeliano Gideon Meir doveaveva festeggiato il Rosh Hashanah, il capodanno ebraicoBerlusconi dà quindi credito, con parole prudenti e costruttive, al lavoro di Franco Frattini e Gianni Letta per prevenire incidenti con Napolitano e, certo, non nasconde un certo fastidio per le uscite di Bossi: «Cercherò di convincerlo, ora non servono le elezioni ma governare». Ma l’attrito con il senatur (che alcuni, in realtà leggono solo come un espediente tattico, quasi un gioco delle parti), non lo porta a disdire del tutto l’accordo del vertice di Arcore, che includeva l’intenzione di recarsi al Quirinale. Ieri, però, correggeva il tiro, frenando Bossi: «Non è necessario», diceva, lasciando aperta l’ipotesi di non coinvolgere il Colle.Perché in realtà, assicura chi ha parlato con il Cavaliere ieri, in questa navigazione a vista di fine estate, il premier continua a giocarsi la tripla e di strategie ne restano almeno tre in campo. Quella dell’oggi dà credito («ma non ancora per molto, avete visto che Bossi preme...», spiegava Berlusconi a telefono a un mediatore) all’ipotesi benigna sullo scontro con il presidente della Camera, che ieri con la sua iscrizione al gruppo di Fli ha effettuato una scelta solo in apparenza scontata: in realtà ha voluto mostrarsi del tutto d’accordo con sé stesso, quasi a tagliarsi i ponti dietro. L’ipotesi "uno" poggia sulla speranza di un sereno andamento dei lavori parlamentari, anche se al momento il Cavaliere neanche prende in considerazione l’idea di un accordo diretto, e legittimante, con lo sfidante Fini. Ma intanto, in segreto, assicura chi ha parlato con lui, Berlusconi continua a coltivare (ipotesi "due") l’idea di una "legione straniera" da arruolare, formata da deputati in uscita dai finiani o dall’Udc, purché il numero (una decina) consenta l’autosufficienza perduta alla Camera. L’ipotesi "tre", invece, è quella che Bossi ora porta avanti da solo, ma potrebbe diventare anche la sua, se Fini pensasse di rendere impossibile la vita al governo. Perché, in tal caso, sarebbe lo stesso Berlusconi a cercare il big bang mediatico su cui innescare una crisi di governo che porti dritto alle urne.Il premier si è dato tempo fino al termine del mese, quando (probabilmente il 28) si presenterà alla Camera per le «comunicazioni del governo sulla situazione politica». E in quell’occasione, chiarisce Maurizio Gasparri, «verrà posta la fiducia sul discorso del premier.Difficile andare oltre settembre, ma qualcuno, intorno a Berlusconi, si cimentava lo stesso, ieri. In caso di elezioni, infatti, il Cavaliere non si nasconde i rischi che correrebbe al Senato. E allora fra gli scenari ipotizzati ci sarebbe anche la staffetta, per la prossima legislatura anticipata, con Giulio Tremonti, che potrebbe essere in grado di fare maggioranza a Palazzo Madama, aprendo al terzo polo. E per Berlusconi, nell’accordo, ci potrebbe essere lo "spostamento" al Quirinale. Fantapolitica, o, se volete, impressioni di settembre.
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