venerdì 13 maggio 2016
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Roma. Fermare l’azzardo si può. «Non abbiano paura i baristi di liberarsi dalle “macchinette mangiasoldi” – si legge nell’appello della Fondazione antiusura San Nicola e S.S. Medici di Bari e del cartello “Insieme contro l’azzardo”, che tre anni fa ha lanciato la campagna “No Slot - Sì Cafè” –. Le penali previste dai contratti delle licenze che li legano ai concessionari delle slot-machine sono destinate ad essere dichiarate nulle per contrarietà a disposizioni imperative e norme di ordine pubblico tutte finalizzate, invece, alla tutela dei minori e dei soggetti maggiormente vulnerabili nonché alla prevenzione e repressione del gioco d’azzardo patologico». Ai commercianti che aderiscono all’iniziativa, cioè che rinunciano al business dell’azzardo, legato a doppio filo all’usura e alla criminalità organizzata, è consegnato un bollino da esibire all’interno dei locali, che riporta appunto la dizione “No Slot - Sì Cafè”. La campagna ha raccolto una cinquantina di adesioni nel territorio di Bari e provincia, di cui una ventina sono concentrati nel territorio di Bisceglie. «Abbiamo incontrato tanta sensibilità da parte dei baristi», dichiarano don Franco Lorusso e Antonio dell’Olio, coordinatori del Laboratorio pastorale delle parrocchie di Bisceglie. «Si tratta di decidere da che parte stare», ricorda monsignor Alberto D’Urso, presidente della Fondazione Antiusura di Bari. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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