venerdì 2 settembre 2016
La foto del corpicino del piccolo siriano su una spiaggia turca commosse il mondo. Ma da allora la situazione è peggiorata: 1 migrante su 42 perde la vita in mare. Ogni giorno 11 morti in mare. Firmata intesa con la Libia I Sbarchi in Sardegna, tre morti su nave Dattilo
Un anno dopo Aylan: si muore di più
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Il 2 settembre 2015 la foto del corpicino di Aylan che giaceva su una spiaggia di Bodrum sconvolse il mondo. Il piccolo siriano aveva solo 2 anni: naufragò mentre tentava di raggiungere la Grecia insieme alla famiglia.L’ondata di indignazione mediatica toccò le coscienze, l’Unione Europea promise maggior impegno per evitare altre tragedia. Alzi la mano chi non gridò: mai più. E invece, un anno dopo, nulla o quasi è cambiato. Anzi, la situazione è peggiorata. Nel Mediterraneo si muore più di prima. Secondo una stima dell’Alto Commissariato dell’Onu per i rifugiati (Unhcr), da quel terribile giorno 4.176 persone hanno perso la vita nel tentativo di raggiungere via mare l’Europa. Dall'inizio del 2016 un migrante su 42 ha perso la vita durante la traversata. L’anno scorso era uno su 52. Freddi numero che però danno la proporzione di una tragedia senza fine.Il ricordo di Aylan - In memoria di Aylan ci sono state diverse iniziative. A Roma Unicef, Amnesty International, Comunità di Sant'Egidio, Articolo 21, Arci e Fnsi sono scese in piazza con bandiere, striscioni e cartelli per dire #stopbombeinsiria e lanciare un appello all'Italia, all'Ue e all'Onu perché si giunga a una tregua duratura e si permetta l'apertura di corridoi umanitari.

"Un anno fa veniva ritrovato Aylan - ha detto Antonella Napoli di Articolo 21 - e il mondo si era indignato e aveva gridato all'orrore per il conflitto in Siria. Oggi siamo sempre nella stessa situazione". "Non è cambiato nulla - ha rincarato la dose il portavoce di Amnesty International Italia, Riccardo Noury - dobbiamo chiedere che, mentre i negoziati di pace vanno avanti con tempi elefantiaci, vengano effettuati provvedimenti immediati. Occorre pretendere la fine degli attacchi contro centri abitati e infrastrutture civili e la cura bambini". Dal 2013, infatti, ha ricordato il portavoce di Unicef Italia, Andrea Iacomini, "il numero di bambini morti nel conflitto in Siria è quintuplicato: chiediamo un impegno maggiore ai governi, per fermare questa guerra, e ai cittadini, perché scendano in piazza per la pace”. Save the Children ha lanciato un appello per dire basta alla morte di centinaia di bambini costretti a fuggire dai loro paesi alla ricerca di un futuro in Europa. Sui social media l’ong ha fatto partire la campagna di sensibilizzazione #IoStoConAylan, presentata durante la 73esima Mostra del Cinema di Venezia. Quasi 1 su 3 dei più di 272.300 migranti che hanno raggiunto l'Europa via mare nel 2016, ricorda Save the Children, è un bambino.L’appello di Save the Children - "Save the Children chiede a gran voce che tragedie simili non si ripetano e che vengano garantite vie di accesso sicure e legali all'Europa ai bambini e alle loro famiglie, evitando che l'unica alternativa sia quella di affidarsi ai trafficanti per attraversare, a rischio della vita, il Mediterraneo" sottolinea Valerio Neri, direttore generale di Save the Children Italia. Per partecipare alla mobilitazione sui social media, si può condividere la foto simbolica dell'iniziativa utilizzando l'hashtag #IoStoConAylan.

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