venerdì 2 dicembre 2016
Ultime ore di campagna elettorale. Renzi: abbiamo 48 ore ci giochiamo i prossimi 20 anni.
Il duello referendario tra Renzi e Grillo rappresentato dai pastori del presepe di San Gregorio Armeno, a Napoli, dell'artigiano Genny Di Virgilio (Ansa)

Il duello referendario tra Renzi e Grillo rappresentato dai pastori del presepe di San Gregorio Armeno, a Napoli, dell'artigiano Genny Di Virgilio (Ansa)

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Ultimo giorno di campagna elettorale e toni sempre più accesi tra il premier Matteo Renzi e i sostenitori del No alla riforma costituzionale. Al centro del contendere ci sono soprattutto i voti degli italiani all'estero che si sono già espressi (ma che verranno scrutinati insieme agli altri) e che potrebbero spostare l'ago della bilancia da una parte o dall'altra. L'esito del voto, per ammissione dello stesso premier, è imprevedibile. Molti sarebbero ancora gli italiani indecisi (le stime parlano di cinque milioni) e il ruolo determinante sarà, come spesso avviene, la partecipazione o l'astensione degli elettori. Un'affluenza elevata darebbe maggiori speranze al Sì.

Renzi: in 48 ore ci giochiamo i prossimi 20 anni

Per Matteo Renzi è stata una giornata di super-lavoro, di comizi reali e virtuali. La giornata del premier-comunicatore comincia ai microfoni di Rtl, parlando proprio dei presunti brogli sul voto degli italiani all'estero. "Mi spiace molto, è un film che ogni volta si ripropone, il voto all'estero è stato proposto dall'allora ministro del centrodestra Tremaglia e votato a sinistra". Quanto alle elezioni anticipate in caso di vittoria del Sì si tratta come al solito di "fantapolitica" dice Renzi che affida il suo pensiero anche ad un ultimo #Matteorisponde sui social. In mattinata poi vola a Palermo (per la terza volta in un mese il premier è in Sicilia, considerata la roccaforte del No) dove viene contestato da una cinquantina di studenti. "Ci giochiamo in 48 ore il futuro dei prossimi vent'anni" dice aprendo la convention per il Sì. Poi ammette che "il risultato del referendum è totalmente aperto, si gioca sul filo dei voti" invitando gli elettori a mobilitarsi. Dopo Palermo il premier farà tappa a Reggio Calabria per poi chiudere la campagna elettorale nella sua Firenze, in piazza della Signoria.

Tutti i big in piazza per gli ultimi appelli

Grillo da parte sua chiuderà la campagna per il No alle 17 in piazza San Carlo a Torino, ultima tappa del tour che ha toccato 47 città. In piazza ci saranno i sindaci di Torino Chiara Appendino e di Roma Virginia Raggi. A Napoli inedito comizio per il No con il sindaco Luigi De Magistris (Sinistra italiana) e Roberto Speranza della sinistra Dem. La minoranza del Pd (che spazia da D'Alema a Bersani) che ha scelto di schierarsi contro il premier anche in questa occasione. A Napoli chiusura della campagna referendaria di Angelino Alfano e del Nuovo centrodestra ovviamente a favore del Sì. Matteo Salvini, sostenitore del No come Silvio Berlusconi, sarà invece a Milano alle 16 all'ospedale Buzzi e infine alle 18 a Bergamo.

Berlusconi: riforme liberticide. Salvini non sarà leader del centrodestra

L'ex primo ministro Silvio Berlusconi ha lanciato l'ultimo appello per il No in diverse interviste. A suo avviso la riforma proposta da Renzi e dal Pd è nei fatti liberticida. Ma Berlusconi coglie anche l'occasione per affermare che non cosidera Salvini come possibile leader del centrodestra "perché i moderati non lo voterebbero.Per fortuna le elezioni non sono domani ma tra un anno e mezzo. Prima bisognerà riscrivere la legge elettorale, che non potrà che essere proporzionale".

Salvini e Grillo attaccano Renzi

Il clima resta comunque accesso. A gettare benzina sul fuoco proprio Salvini. "Nonostante i voti inventati o comprati in giro per il mondo da Renzi, il voto degli italiani farà vincere il No" dice il leader della Lega, parlando con i cronisti davanti a palazzo Chigi. Negli ultimi giorni il fronte trasversale per il No ha ventilato denunce preventive per il sospetto di brogli nel voto degli italiani all'estero. Mentre ieri è arrivata un'iniziativa a sorpresa di Beppe Grillo, che vuol denunciare il premier per "abuso di credulità popolare" per aver mostrato un facsimile della scheda per l'elezione dei futuri senatori.

L'incognita del voto degli italiani all'estero

Le operazioni di scrutinio dei voti inviati per corrispondenza dagli uffici consolari (ieri alle 16 sono scaduti i termini) si svolgeranno contemporaneamente a quelle dei voti espressi nel territorio nazionale, ovvero a partire dalle 23 di domenica sera a Castelnuovo di Porto, cittadina a Nord di Roma. Gli italiani all'estero aventi diritto al voto sono 4.023.902, tra cui 31.462 elettori "temporanei", ossia cittadini residenti in Italia che per motivi di studio, lavoro o cure mediche si trovano all'estero per un periodo di almeno tre mesi e anche i militari italiani impegnati nelle missioni all'estero.

Complessivamente i 4 milioni di italiani all'estero rappresentano circa l'8% del corpo elettorale. Il peso politico degli italiani all'estero incide di più sui referendum che non per le elezioni politiche. Alle politiche, infatti, gli italiani all'estero eleggono soltanto 12 deputati e 6 senatori. Si tratta di un calcolo ponderato che non esiste per i referendum: quattro milioni di italiani all'estero pesano né più né meno come quattro milioni di residenti in Italia. Il voto all'estero secondo le stime degli analisti avrebbe un'incidenza compresa tra il 3 e il 5% sull'esito finale.

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