venerdì 15 aprile 2016
Dal commissario Ue Avramopoulos critiche a Vienna che difende propria linea e annuncia un muro anche con l'Ungheria.
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Brennero profughi, Austria-Ue è scontro
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L’Austria è pronta a chiudere completamente il Brennero e anche la frontiera con l’Ungheria: un blocco totale che, secondo il ministro degli Esteri italiano Gentiloni, sarebbe un «brutto segnale per l’Europa». Dal canto suo il commissario Ue Dimitris Avramopoulos ha criticato ancora la decisione dell'Austria di costruire una barriera anti-migranti al valico del Brennero. Sottolineando che tali «iniziative unilaterali» finiscono per attentare alla libera circolazione e «mettono a rischio Schengen». Bruxelles ha chiesto spiegazioni al governo austriaco ed invierà «una lettera formale». Vienna però non ha ammorbidito la propria linea e ha rilanciato annunciando la possibile chiusura completa del Brennero, oltre alla costruzione di una barriera anche con l'Ungheria. «La mia linea è chiara: non abbiamo bisogno di politiche che portino alla chiusura delle frontiere, perché così si mette a rischio Schengen». ha precisato Dimitris Avramopoulos, commissario Ue per gli Affari Interni, in un'intervista alla Stampa in riferimento alla barriera austriaca al Brennero. La lettera di richiamo dell'Ue all'Austria Il commissario ha chiesto «alla ministra Mikl-Leitner un testo che spieghi cosa stanno facendo e perché. Lo aspettiamo da un attimo all'altro. Anche noi invieremo una lettera formale». «Non è la giusta risposta ai problemi - ha ribadito - Spero che la decisione non sia attuata e che il dialogo prevalga. Dobbiamo fare tutti il possibile perché Schengen torni alla normalità entro fine anno. I 28 devono mantenere gli impegni. Nel momento in cui lo faranno, quando ogni decisione presa verrà attuata non avremo problemi fra gli Stati». Avramopoulos si dice poi «molto deluso» per i numeri sulla ricollocazione: «Lo scorso anno, potevano anche avere ragione nell'esprimere il dubbio che quelli che entravano fossero davvero identificati e registrati. Ora la verifica è totale». Per il commissario «al momento non ci sono prove che il flusso dei migranti si sposti dalla Grecia all'Italia, anche se gli arrivi dalla Libia aumentano», poi garantisce: «L'Italia ha il nostro sostegno e continuerà ad averlo. Siamo pronti ad aumentare la presenza di Frontex sulle coste, se necessario».La reazione di Vienna: inasprimento delle politiche di asilo sono necessarie Il ministro della Difesa austriaco Hans Peter Doskozil ha difeso, in un'intervista al quotidiano austriaco Standard, l'inasprimento delle misure di Vienna nella politica sui profughi anche per impedire l'ascesa della destra populista (Fpoe) di Heinz-Christian Strache. «Se centinaia di migliaia di rifugiati vengono in Austria e noi non possiamo integrarli, non abbiamo posti di lavoro, né appartamenti per queste persone, allora creiamo consapevolmente povertà e miseria. Questo sarebbe un programma di sostegno a Strache». «A quel punto possiamo dargli già adesso le chiavi della cancelleria», ha aggiunto il ministro austriaco. Per Doskozil, «si tratta di guardare in faccia alla realtà e agire con responsabilità». «Come socialdemocratico e umanista - ha concluso il ministro - voglio che il nostro sistema, anche quello sociale, funzioni e che tutti coloro che hanno diritto all'asilo possano essere integrati dalla società».
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