giovedì 7 aprile 2016
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BRUXELLES Il 2015 è stato un anno record per il numero di attraversamenti irregolari dei confini esterni dell’Ue: ben 1,82 milioni. Il dato è stato diffuso ieri da Frontex, l’agenzia delle frontiere esterne Ue, che ha pubblicato la «Risk Analysis» per il 2016, nel giorno in cui la Commissione Europea ha ufficializzato le sue idee per una riforma del sistema di asilo. Frontex ha inoltre segnalato un altro record, quello delle richieste di asilo: 1,35 milioni, sempre nel 2015, oltre il doppio del 2014. Cifre che segnalano le dimensioni del fenomeno migratorio verso l’Europa, non senza, peraltro, rischi: Frontex avverte che gli attacchi di Parigi del 13 novembre 2015 «hanno chiaramente dimostrato che i flussi di migranti irregolari possono essere utilizzati dai terroristi per entrare nella Ue», visto che due dei kamikaze «erano in precedenza entrati nell’Ue attraverso Leros presentando alle autorità greche falsi documenti siriani». Non certo un motivo per mostrare ostilità nei confronti di chi cerca rifugio, ma la messa in guarda che «in mancanza di controlli accurati e sanzioni per coloro che dichiarano il falso c’è il rischio che alcune persone che rappresentano una minaccia per la sicurezza dell’Ue ne approfittino». Il tutto mentre l’Italia torna al centro dell’attenzione ed è messa duramente in guardia dal ministro dell’Interno tedesco Thomas De Maizière, in un’intervista alla televisione pubblica austriaca Orf. «Spero che ripristinare i controlli al Brennero non sia necessario - ha detto - ma questo presuppone che i flussi che arrivano verso l’Italia non siano troppo cospicui, che l’Italia faccia il suo dovere». Perché Roma «non può dare per scontato che il Brennero resterà sempre aperto, e non può pensare di fare come in passato, quanto semplicemente ha fatto andare i migranti verso nord». Parole che sembrano dare man forte al piano austriaco di mandare persino i soldati al cruciale valico con l’Italia. Il ministro ha invece prospettato la cessazione dei controlli con l’Austria dal 12 maggio se i flussi non torneranno a crescere. Tensioni provocate dalla crisi migratoria che sono anche la base per le proposte di cui ha già scritto 'Avvenire' e che ieri la Commissione ha ufficializzato in una comunicazione che discuterà con gli stati membri, in attesa di una proposta legislativa formale che, ha detto il primo vice presidente Frans Timmermans, arriverà «prima dell’estate». «Il sistema di Dublino – ha tagliato corto – non funziona, dando un carico eccessivo a soli pochi stati membri». La Commissione, lo ricordiamo, propone anzitutto due opzioni per la 'correzione' dell’eccesso di oneri. La prima, più, prudente, mantiene in sostanza Dublino inalterata, con però un «meccanismo di equità» in caso di emergenza, con quote di richiedenti asilo assegnate in base a dimensioni, pil, capacità di accoglienza. La secondo opzione prevede un meccanismo permanente e automatico, che assegna su base regolare, sempre sulla base dei criteri già indicati, quote di richiedenti asilo che interesseranno quanti chiedono asilo sul suolo Ue. La Commissione vuole inoltre una maggiore armonizzazione a livello Ue delle politiche nazionali di asilo, un rafforzamento cospicuo dell’Ufficio europeo per l’asilo (Easo), con l’ipotesi a lungo termine di poterne fare una vera e propria agenzia per la gestione centralizzata a livello Ue dell’asilo. Al tempo stesso, la Commissione vuole evitare i movimenti secondari di migranti che abbiamo ricevuto asilo in uno stato membro e vogliano spostarsi in un altro, incrementando le sanzioni e vincolando tutte le prestazioni sociali e abitative allo stato in cui hanno ottenuto asilo. L’altro volet della comunicazione riguarda però la possibilità di migrazione legale nell’Ue, migrazione di cui, dice la Commissione, l’Europa ha bisogno. Così Bruxelles propone di migliorare l’attuale sistema di 'Blue Card' (l’accesso agevolato di migranti ad alta qualifica), riducendo limitazioni e condizioni, modi per attrarre imprenditori innovativi da paesi terzi, e per mettere meglio in contatto imprese e lavoratori di paesi terzi, il tutto con un rafforzamento della cooperazione con i paesi in via di sviluppo. In un testo separato, infine, la Commissione ha presentato una proposta per «frontiere intelligenti », rendendo elettronico il sistema di ingresso e usciti di cittadini terzi nell’Ue, riducendo il peso burocratico per il personale di frontiera e migliorando i controlli su chi non rispetta le scadenze del visto per ripartire. Un modo per identificare una grossa fetta di immigrazione irregolare. © RIPRODUZIONE RISERVATA Frontex IDOMENI Un bambino curdo yazida accende il fuoco
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