lunedì 3 giugno 2019
L'accusa di due avvocati è di "crimini contro l'umanità": funzionari e politici avrebbero creato la "rotta migratoria più mortale del mondo", lunga la quale sono morte 12.000 persone
Le croci realizzate con il legno dei barconi dei migranti dal lampedusano Franco Tuccio per ricordare il naufragio del 3 ottobre 2013 in cui persero la vita 368 migranti (Ansa)

Le croci realizzate con il legno dei barconi dei migranti dal lampedusano Franco Tuccio per ricordare il naufragio del 3 ottobre 2013 in cui persero la vita 368 migranti (Ansa)

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L'Ue e gli Stati membri che hanno svolto un ruolo di primo piano nella crisi dei rifugiati, ovvero Italia, Germania e Francia, dovrebbero essere perseguiti per la morte di migliaia di migranti annegati nel Mediterraneo: è quanto chiede una denuncia presentata al Tribunale penale internazionale de L'Aja, di cui dà notizia il Guardian. I due autori principali del documento di 245 pagine sono Juan Branco, che ha lavorato in passato allo stesso tribunale, e l'avvocato israeliano Omer Shatz.

L'accusa di "crimini contro l'umanità" presentata alla Corte penale internazionale (Cpi) si basa sull'ipotesi che funzionari e politici abbiano consapevolmente creato la "rotta migratoria più mortale del mondo", con la conseguenza che oltre 12.000 persone hanno perso la vita.

La denuncia si basa in parte su documenti interni di Frontex, l'organizzazione dell'Ue incaricata di proteggere le frontiere esterne e che, secondo gli avvocati, avrebbe avvertito che abbandonare la missione di salvataggio italiana 'Mare Nostrum' avrebbe portato a un "più alto numero di vittime".

I legali non individuano nel loro documento responsabilità specifiche di singoli politici o funzionari ma citano messaggi diplomatici e commenti di leader nazionali, tra cui Angela Merkel e Emmanuel Macron.

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