lunedì 3 febbraio 2014
La relazione della Commissione della Ue.
​​​​Vannucci: «La repressione non basta»
Dove incomincia la repressione di Danilo Paolini
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*** AGGIORNAMENTO DEL 30 SETTEMBRE 2020 L'ex sottosegretario Nicola Cosentino assolto in appello nel processo "Il Principe e la scheda ballerina" per uso di capitali illeciti nella costruzione di un centro commerciale a Casal di Principe. LEGGI QUI

Rafforzare il quadro giuridico eattuativo sul finanziamento ai partiti politici, soprattutto perquanto riguarda le donazioni, il consolidamento dei conti, ilcoordinamento; mettere in atto adeguati poteri di controllo eprevedere l'applicazione di sanzioni dissuasive. È quanto laCommissione Ue suggerisce all'Italia nel suo primo report sullacorruzione in Europa, presentato oggi a Bruxelles. Nonostante la "legge anticorruzione" adottata nel novembre 2012 e "gli sforzi notevoli profusi dall'Italia" per combattere il fenomeno, questo "rimane preoccupante" secondo la Commissione Ue: il suo valore in Italia è di circa 60 miliardi all'anno, pari a circa il 4% del Pil.La relazione di Bruxelles, nellaparte dedicata all'Italia, rileva come "negli ultimi anni sonostate portate all'attenzione del pubblico numerose indagini perpresunti casi di corruzione, finanziamento illecito ai partiti erimborsi elettorali indebiti, che hanno visto coinvoltepersonalità politiche di spicco e titolari di cariche elettive alivello regionale". Scandali che hanno portato ad una serie di dimissioni, anchedi leader e di alte cariche di partito, a elezioni regionalianticipate in un caso, ed hanno spinto il governo a scioglierealcuni consigli comunali per presunte infiltrazioni mafiose. Come caso "degno di nota" il report segnala quello di "unparlamentare indagato per collusione con il clan camorristicodei Casalesi (richiamando il caso di Nicola Cosentino, ma senzafarne il nome). La relazione evidenzia inoltre come solo nel 2012 sonoscattate indagini penali e ordinanze di custodia cautelare neiconfronti di esponenti politici locali in circa metà delle 20Regioni italiane, sono stati sciolti 201 consigli municipali, dicui 28 dal 2010 per presunte infiltrazioni criminali e più di 30deputati della precedente legislatura sono stati indagati perreati collegati a corruzione o finanziamento illecito ai partiti.Bruxelles suggerisce diperfezionare la legge, anche perché "frammenta" le disposizionisulla concussione e la corruzione, "rischiando di dare adito adambiguità nella pratica e limitare ulteriormente ladiscrezionalità dell'azione penale". Sono inoltre "ancora insufficienti le nuove disposizioni sulla corruzione nel settore privato e sulla tutela deldipendente pubblico che segnala illeciti. La prescrizione è un problema "particolarmente serio per lalotta alla corruzione in Italia", secondo Bruxelles, perchétermini, regole e metodi di calcolo, sommati alla lunghezza deiprocessi, "determinano l'estinzione di un gran numero diprocedimenti". Come esempio si indica (pur senza fare nomi) ilprocesso Mills, con l'ex premier Berlusconi prosciolto "perscadenza dei termini di prescrizione". L'Ue ribadisce lanecessità di colmare le lacune e di dare priorità a procedimentiper corruzione a rischio prescrizione. La Commissione raccomanda inoltre di "estendere i poteri esviluppare la capacità dell'autorità nazionale anticorruzioneCivit in modo che possa reggere saldamente le redini delcoordinamento e svolgere funzioni ispettive e di supervisioneefficaci, anche in ambito regionale e locale". Bruxelles evidenzia che la Civit "composta solo da tre membrie con un organico di supporto di appena 30 effettivi, soggetti afrequenti sostituzioni, sembra mancare della necessaria capacitàper assolvere efficacemente" ai suoi compiti. E la stessaautorità - si legge nella relazione - "interpreta le propriefunzioni in modo piuttosto ristretto, limitandosi a svolgere unruolo più reattivo che proattivo e concentrandosi in particolaresulla trasparenza, sulle funzioni consultive e sulla verificaformale dei documenti strategici predisposti dalleamministrazioni".​

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