sabato 21 aprile 2012
​Cariche azzerate. Porte aperte a Pisanu. Casini vedrà Montezemolo e Marcegaglia. Restano in carica per ora solo il segretario Cesa e il presidente Buttiglione. Poi appuntamento costituente a Todi, in giugno, con Fli e Api. Ancora indecisione sul nome, ma non sarà Partito della Nazione né Terzo Polo.
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Detto fatto. «Nulla sarà più come prima», annuncia Pier Ferdinando Casini. Non ha ancora un nome, ma il nuovo partito - che non si chiamerà della Nazione e neanche Terzo Polo aspirando a diventare il primo - muove il primo passo. La costituente di Centro, costola dell’Udc messa in piedi da un paio d’anni a lavorare su questo progetto - si è riunita ieri mattina a porte chiuse presso l’auditorium della Conciliazione, sotto la presidenza di Savino Pezzotta. Decisione drastica: azzerati tutti i vertici dell’Udc a eccezione del segretario Lorenzo Cesa e del presidente Rocco Buttiglione. La scelta verrà ratificata dalla direzione dopo le amministrative in pratica per dare il via libera ufficiale all’operazione. Poi appuntamento costituente a Todi a giugno, che vedrà la convergenza anche degli altri azionisti del Terzo Polo, Fli di Gianfranco Fini e Api di Francesco Rutelli. Invito rivolto anche a Beppe Pisanu, con buone possibilità di risposta positiva. visto che «è un nostro interlocutore da sempre», ricordano nell’Udc. Ma si parla anche di Luca di Montezemolo, potrebbe avere un incontro nei prossimi giorni con Casini, e anche dell’ex presidente di Confindustria Emma Marcegaglia.Pezzotta nella sua relazione ha indicato un modello «di tipo moderno, federale, in cui possono confluire e concorrere più anime», spiega l’ex segretario della Cisl. «perché di fronte alla crisi della politica - ha spiegato - le risposte possono arrivare solo dalla politica stessa. Una politica più aperta e con un minore tasso di burocrazia».«I fatti ci danno ragione, ora abbiamo l’occasione irripetibile di dare agli italiani una prospettiva nuova», dice ora il leader - quasi ex - dell’Udc Casini. «La decisione di Cesa di azzerare i vertici del partito è limpida e coraggiosa», spiega. Un «movimento plurale» lo definisce, «che sappia parlare all’Europa ed esprima un intento di rappacificazione nazionale». E «le risposte nervose, a volte davvero fuori luogo, che ne sono venute - si rivolge senza citarlo, Casini, al Pdl - sono il segno di una profonda crisi».Un partito che si candida a essere l’ossatura centrale di una grande coalizione che ha l’ambizione di andare oltre la scadenza di legislatura: «Abbiamo profondo rispetto per i grandi partiti italiani - assicura Casini - che hanno dimostrato senso di responsabilità nel sostenere uno sforzo di impegno nazionale, che sarebbe auspicabile continuare insieme». Perché «è finita la stagione dell’uomo solo al comando», dirà poi nel pomeriggio Casini, intervenendo a un incontro a Brindisi. Neanche i tecnici da soli al comando possono farcela: «Politici e tecnici sono nella stessa barca e devono remare insieme. Perché l’azione che dovremo portare avanti sarà lunga e difficile, dovrà durare anni». Dunque una collaborazione più stretta tra tecnici, o almeno alcuni di loro, e politici resta nell’orizzonte della nuova formazione, conferma Casini.Dagli altri contraenti posizioni di attesa, qualche adesione chiara, ma nessuna posizione contraria. Di «scelta coraggiosa e lungimirante e ormai irreversibile» parla il capogruppo di Fli alla camera Benedetto Della Vedova, che ipotizza un «rassemblemente riformatore aperto, inclusivo e leggero, che sappia canalizzare le energie migliori e le istituzioni del paese». Positivo anche Aldo Di Biagio, deputato di Fli molto vicino a Fini: «Per ora è un movimento tutto interno all’Udc, che però metterà le basi per l’emancipazione politica del Paese», si dice convinto. «È il proseguimento - rivendica Di Biagio - di quell’intuizione per seguire la quale abbiamo rinunciato a interessi personali e alla vacuità politica di chi ci governava». «Un polo che può diventare il primo se trova un raccordo forte con l’area Monti», promuove il progetto il filosofo Massimo Cacciari e forse si candida a farne parte. E se Pisanu potrebbe essere della partita  anche nel Pd c’è chi mostra interesse: «Un’iniziativa da non demonizzare», dice Giorgio Merlo.
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