sabato 28 gennaio 2012
​Il congresso dell'Ucsi, l'Unione cattolica della stampa italiana, sabato mattina a Caserta. Un confronto a cui hanno partecipato tra gli altri mons. Crociata, Tarquinio, Mentana, Annunziata, Zanotti, Melodia e il vescovo Farina.
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Fare informazione senza nascondere nulla, raccontando i fatti nella loro semplicità. È questo il tipo di giornalismo che immagina per l'Italia l'Ucsi, l'Unione cattolica della stampa italiana. Il messaggio è stato lanciato sabato mattina nella Cappella palatina della Reggia di Caserta, durante il confronto pubblico promosso all'interno del 18esimo congresso nazionale dell'Ucsi. Il confronto è stato aperto dai saluti del vescovo di Caserta, monsignor Pietro Farina, che ha evidenziato come la “credibilità del’informazione” passi attraverso “la credibilità del giornalista”, chiamato ad aver sempre presente “la vita delle persone cui si riferisce”. E alla credibilità si è rifatto anche monsignor Mariano Crociata, segretario generale della Cei. “L'autorevolezza del giornalista è una dimensione essenziale della professione giornalistica - ha rimarcato il segretario generale della Cei - necessaria per essere un servizio pubblico, orientato al bene comune dell’intero nostro Paese”. Alle sollecitazioni del presidente nazionale dell'Ucsi Andrea Melodia sul fare informazione in Italia hanno risposto in vario modo i tanti giornalisti intervenuti all'incontro dell'Ucsi. Dal direttore di “Avvenire”, Marco Tarquinio, è arrivata la richiesta del rispetto di un’etica poiché “impastiamo i nostri racconti con la vita della gente”. “L’informazione che noi facciamo – si è chiesto – è un servizio pubblico o privato? Questo è il grande quesito”. Riguardo al caso del capitano della Concordia, Tarquinio ha criticato la campagna di denigrazione fatta da diversi media perché in gioco c’è la dignità di un uomo che, “se colpevole, verrà processato e condannato da un tribunale”.Contro le “semplificazioni” si è scagliata pure Lucia Annunziata, giornalista ed ex presidente Rai, per la quale il giornalismo “è capacità di capire la complessità ed esprimerla con parole semplici, il che non è semplificare”. Certo, le ha fatto eco il direttore del Giornale radio Rai, Antonio Preziosi, “bisogna capire, nel bombardamento informativo cui siamo sottoposti, quale sia l’informazione buona”. Sulle esigenze di riforma dell’ordinamento professionale è intervenuto Franco Siddi, segretario della Federazione nazionale della stampa, chiedendo “un organismo in grado di agire con efficacia immediata rispetto ai colleghi che sbagliano”. Per chi fa informazione da alcuni anni il rischio è di essere “il passato”, ha messo in guardia Enrico Mentana, direttore del Tg La7. E il presidente della Federazione dei settimanali cattolici, Francesco Zanotti, ha evidenziato che “per recuperare autorevolezza bisogna fare leva sulla credibilità e sulla competenza”, ricordando che si è “giornalisti per i lettori, e non per compiacere qualche potente”.
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