sabato 31 gennaio 2015
​Il "Gruppo di contatto" è alla ricerca di un accordo che porti a una vera tregua. Su campo si continua a combattere e a morire. In arrivo un altro convoglio russo di aiuti umanitari.
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È finalmente iniziata a Minsk la nuova e più volte rinviata tornata di colloqui del cosiddetto Gruppo di Contatto sul conflitto ucraino: oltre alle delegazioni della Russia e dell'Osce, l'Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa nelle vesti di mediatrice, faccia a faccia i rappresentanti del governo di Kiev, guidati dall'ex presidente Leonid Kuchma, e quelli dei ribelli separatisti russofoni. I negoziati fanno seguito alla precedente sessione tenutasi lo scorso settembre sempre nella capitale bielorussa, e sfociata in accordi rimasti peraltro di fatto lettera morta. Secondo fonti della stessa Osce, al centro del tavolo vi sono la proclamazione immediata di una tregua tra i contendenti e il ritiro di tutte le armi pesanti dalla linea del fronte. Il presidente in carica dell'Osce, il ministro degli esteri serbo Ivica Dacic, ha fatto un nuovo appello per un immediato cessate il fuoco nell'est dell'Ucraina, esprimendo dolore per la perdita di vite umane. "Nelle ultime 24 ore la situazione si è rapidamente deteriorata nell'est dell'Ucraina. Si registrano vittime e numerosi feriti", ha detto Dacic in un comunicato diffuso dall'Osce. "Faccio appello all'immediato cessate il fuoco e al pieno rispetto del protocollo di Minsk del 5 settembre 2014 e del memorandum del 19 settembre 2014", ha affermato il presidente dell'Osce. "Il conflitto in Ucraina non può essere risolto con la forza ma solo con il dialogo, che va ripreso al più presto". Sul campo si contano molti morti e feriti da ambo le parti. Kiev denuncia la perdita di 15 soldati ucraini, mentre una trentina sono rimasti feriti. I filorussi invece paralno di 13 i civili morti nelle ultime 24 ore nell'est dell'Ucraina negli scontri fra l'esercito di Kiev e le milizie filo-russe. La maggior parte delle vittime si sarebbero registrate a Donetsk e Yasinovitaya, prese di mira dall'artiglieria ucraina. Negli ultimi giorni i ribelli hanno lanciato un attacco su Debaltsevo, nodo ferroviario strategico a metà strada tra Donetsk e Lugansk, la cui conquista permetterebbe loro di creare una continuità territoriale fra le due enclave filo-russe. I separatisti hanno anche minacciato di estendere la loro offensiva se i negoziati che si dovrebbero tenere oggi a Minsk non porteranno risultati. Intanto è arrivato al confine con l'Ucraina il 12esimo convoglio russo di aiuti umanitari diretto nella regione del Donbass, nell'est dell'Ucraina, e attualmente sono in corso alla dogana le procedure per il passaggio alla presenza di agenti della dogana ucraina e personale dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce). Lo ha annunciato il ministero russo per le Emergenze. Il convoglio è composto da 170 furgoni e trasporta 1.500 tonnellate di forniture di cibo, medicine e altri beni essenziali. Secondo i piani di Mosca, il convoglio dovrebbe dividersi in due squadre: una diretta al checkpoint di confine di Donetsk, da cui poi dovrebbe recarsi a Luhansk; e l'altra diretta al posto di blocco di Matveyev Kurgan, da dove dovrebbe recarsi a Donetsk.
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