domenica 3 aprile 2016
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CASERTA Uccise a colpi di pistola il ladro che stava rubando nel suo bar e ieri è stato arrestato perché condannato con sentenza definitiva a 5 anni e 3 mesi di reclusione per eccesso colposo di legittima difesa. Si conclude così la triste vicenda che il 21 maggio 2012 ebbe come protagonista il proprietario del bar Blue Moon di San Marcellino, piccolo comune del Casertano, il 52enne Raffaele Villano, e una banda di giovani rom che in quella terribile notte tentarono di asportare dal locale i videogiochi. Villano sparò e colpì a morte il 15enne Nicola Sejdovic. Il giovane fu lasciato agonizzante dai complici dinanzi all’ospedale San Giuliano di Giugliano dove poco dopo spirò, mentre un suo cugino, ferito, fu soccorso all’ospedale La Schiana di Pozzuoli. Subito dopo il fatto, Raffaele Villano spiegò agli investigatori di essere particolarmente agitato perché dieci giorni prima aveva subito un furto. In quella circostanza, aggiunse, i malviventi gli avevano anche sparato con una pistola a salve. L’uomo abitava al piano superiore del bar, molto noto nella zona e frequentato da personaggi del mondo dello sport e dello spettacolo. Quella notte fu svegliato dall’antifurto e affacciandosi vide quattro giovani che, dopo ave- re scassinato il locale, stavano caricando su un’auto la macchinetta che cambia le banconote in monete per le slot machine. A quel punto Villano impugnò un revolver, legalmente detenuto, e fece fuoco quattro volte. Il giovane Sejdovic fu raggiunto al torace e a una gamba. Ieri Villano è stato arrestato a Trentola Ducenta, altro piccolo comune del Casertano, dove l’uomo si era trasferito, dalla Mobile di Caserta che gli ha notificato l’ordine di carcerazione. «Non possiamo sostenere una giustizia fai da te, ma la gente nel Casertano ha estremo bisogno di sicurezza e normalità». Sono parole di ferma condanna ma anche di comprensione quelle pronunciate dal vicario della Diocesi di Aversa, don Franco Picone. «In questi casi – afferma don Picone – non ha senso prendere posizione pro o contro chi spara. Non possiamo tollerare queste forme di difesa personale». È necessario però fare uno sforzo, per capire «che tali vicende vanno inquadrate in contesti più complessi, da analizzare: Villa Literno e San Marcellino, come tutto l’Agro-Aversano, vivono situazioni di grave degrado socio-economico, dove – osserva don Franco Picone – si registra un mix esplosivo dovuto all’aumento della povertà, sia tra italiani che stranieri, alla presenza spesso incontrollata di immigrati dediti ai reati». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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