venerdì 5 giugno 2020
Oggi ricorre il 206esimo anniversario della fondazione dei Carabinieri. Durante il "lockdown" molti di loro hanno aiutato cittadini in difficoltà. Da Alzano a Palermo, ecco le loro storie di altruismo
Gli "angeli solidali" dell'Arma
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Si celebra oggi il 206esimo anniversario dalla data di fondazione dell’Arma dei Carabinieri. Per via dell’emergenza Coronavirus, non ci saranno i rituali festeggiamenti, compreso il tradizionale «carosello storico» a cavallo che si tiene a Roma. Abbiamo scelto di raccontare l’impegno dei carabinieri in questi mesi accanto alle comunità colpite dal virus, attraverso le storie di quattro comandanti di stazione in territori non semplici: Alzano Lombardo, Napoli e Palermo. Uno di loro, il maresciallo Ettore Cannabona, per il suo gesto di solidarietà è stato appena nominato cavaliere dal presidente della Repubblica.

«Tutti insieme, tendendoci la mano l’un l’altro, ce la stiamo facendo a superare questa situazione...». Il luogotenente Fabrizio Dadone comanda la stazione dei Carabinieri di Alzano Lombardo, uno dei focolai dell’ondata di contagi da Coronavirus che ha colpito la Lombardia. Da fine febbraio insieme ai suoi 15 uomini, si è reso conto di cosa stava accadendo e da un giorno all’altro ha messo cuore e competenze al servizio delle comunità di Alzano e Nembro, piccoli centri della Val Seriana falcidiati dal virus. «Mentre vigilavamo su spostamenti e assembramenti – racconta – , intercettavamo richieste di aiuto di anziani e famiglie, che non potevano essere ignorate. La prima necessità, per chi stava male a casa, era respirare. Avere una bombola con ossigeno poteva fare la differenza fra sopravvivere o morire...». Così, Dadone e i suoi colleghi si sono trasformati in 'angeli' dell’ossigeno e delle medicine: «Ho accompagnato un signore a fare una dialisi d’urgenza. E abbiamo portato farmaci ad anziani in frazioni isolate e recuperato bombole esaurite, a casa di chi era deceduto o era stato ricoverato, per riportarle alle farmacie, che le ricaricavano e le consegnavano ad altri pazienti».

La loro non è l’unica storia di solidarietà 'con gli alamari'. Da Nord a Sud, in ogni angolo d’Italia dove c’è una stazione dell’Arma, un comandante e i suoi uomini si sono rimboccati le maniche per stare vicino a chi soffriva per la malattia o stentava a mettere insieme il pranzo con la cena per le conseguenze economiche del lockdown. Nel cuore pulsante di Napoli, il maresciallo maggiore Pasquale Molitierno comanda la stazione di Poggioreale. Anche lui si è fatto carico di alcune necessità, non solo di alimenti o farmaci, di famiglie del quartiere: «Qui la scuola è importante, può incidere sulla vita dei più giovani e strapparli a un destino di manovali della camorra.

Il maresciallo Ettore Cannabona, nominato cavaliere dal Capo dello Stato

Il maresciallo Ettore Cannabona, nominato cavaliere dal Capo dello Stato - .

Così, d’intesa con gli istituti scolastici, abbiamo consegnato a casa di famiglie indigenti diversi tablet, per consentire a quei ragazzi di seguire le lezioni a distanza ». Molitierno si commuove ricordando «i sorrisi di due bambine disabili nel mostrare al papà il primo computer della loro vita. Anche io sono padre di due figli e quella scena non la scorderò...». Ancora più giù, in Sicilia, la serrata di gran parte delle attività ha fatto temere per la tenuta sociale e dell’ordine pubblico. Il maresciallo maggiore Vincenzo Bellini ha un nome da compositore e un animo generoso. La sua stazione è in Piazza Marina, nella Palermo popolare, in quella Kalsa dove da ragazzini giocavano i futuri giudici Falcone e Borsellino. «Durante la 'fase 1', aprivamo la caserma al mattino e ci trovavamo davanti persone venute a chiedere un sostegno, anche solo per mangiare». Bellini e i colleghi non restano indifferenti: organizzano una colletta e fanno rete con la parrocchia di Santa Maria La Nova e con la prima circoscrizione: «Abbiamo messo su un Banco alimentare, con l’aiuto di alcuni supermercati, fornendo cibo e latte per i bambini». A mezz’ora da Palermo, c’è il comune di Altavilla Milicia.

Qui il comandante di stazione è il maresciallo Ettore Cannabona : «Per strada vedevo padri di famiglia in lacrime. I loro occhi, sopra la mascherina, dicevano tutto. Pensavo: macché parole, queste persone hanno bisogno di fatti». Così Cannabona prende lo stipendio di marzo, parla con un supermercato e l’investe in una maxi spesa, che poi distribuisce a famiglie bisognose individuate da un elenco del Comune. Per quel gesto, il capo dello Stato lo ha appena nominato cavaliere: «Non me l’aspettavo, avevo chiesto di non dire a nessuno cosa stavo facendo. Sa, noi siamo usi a obbedir tacendo...», sorride con pudore. In tempi eccezionali spesso sono le persone normali, con piccoli gesti fraterni, a scrivere la Storia.

Il maresciallo Vincenzo Bellini, nome da compositore, comandante della stazione di piazza Marina, nel cuore della Kalsa, a Palermo

Il maresciallo Vincenzo Bellini, nome da compositore, comandante della stazione di piazza Marina, nel cuore della Kalsa, a Palermo - .

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