lunedì 28 ottobre 2013
Ministero e Comune di Oppido non si erano costituiti parte civile nel processo contro il boss Mammoliti. I sindaci calabresi (e non solo) mobilitati accanto ai ragazzi: «Adesso basta». Il viceministro dell'Interno Bubbico: il governo c'è.
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«È sconcertante non essersi costituiti parte civile al fianco della cooperativa Valle del Marro nel processo contro i Mammoliti». È netta la presa di posizione del viceministro dell’Interno, Filippo Bubbico, che annuncia: «Stiamo studiando la possibilità di costituirci parte civile nella prossima udienza. Ma in ogni caso – aggiunge – noi saremo al vostro fianco per tutelare soprattutto il valore economico del vostro impegno che costruendo posti di lavoro assicura i diritti di cittadinanza». Per questo, insiste, «è importante questo processo, non solo per il danno che vi è stato arrecato (il taglio di 500 ulivi, ndr) ma per il segnale che la ’ndrangheta ha voluto mandare: che nessuno osi mettersi contro di noi».Rassicurazioni alle quali si associa il direttore dell’Agenzia nazionale per i beni confiscati, prefetto Giuseppe Caruso. «Siamo sempre stati vicini alla cooperativa e lo saremo anche in questa occasione». Parole chiare, quelle dei due rappresentanti delle istituzioni, accolte da un lungo applauso. L’occasione è la Festa nazionale di Avviso pubblico a Lamezia Terme, dedicata agli "Amministratori sotto tiro. La buona politica contro le mafie". Un impegno che viene accolto con soddisfazione dai giovani della Valle del Marro. «È un giornata positiva – dice Domenico Fazzari –. L’impegno concreto è quello che volevamo e lo abbiamo avuto. In questa lotta ci vuole davvero il "tutti"». «Oggi tocchiamo con mano – aggiunge Giacomo Zappia – che la rete di sostegno attorno a noi c’è. In una terra in cui i segni contano molto questo è stato davvero un segno importante». Lo assicura anche Carlo Borgomeo, presidente della Fondazione con il Sud, da tempo vicina alla Valle del Marro. «Ho chiesto agli uffici di fare rete su questa vicenda e ci mobiliteremo al loro fianco».E se il sindaco di Oppido, pur parte offesa nello stesso processo, non si è costituito parte civile, altri sindaci la pensano diversamente. «Facciamo un appello a tutte le istituzioni perché si costituiscano parte civile – afferma Andrea Campinoti, presidente di Avviso Pubblico –. Noi saremo con loro in tribunale perché rappresentano davvero un raggio di sole dove ce n’è bisogno». Ad esserne convinti sono proprio i sindaci calabresi più minacciati che si rivolgono a loro collega di Oppido. «Ha sbagliato, bisogna mandare segnali forti – dice Rosario Rocca, sindaco di Benestare –. Ci siamo costituiti parte civile contro la ’ndrangheta e i cittadini sono con noi, hanno apprezzato. Sono orgoglioso di quella scelta». La stessa del sindaco di Polistena, Michele Tripodi: «Più subiamo intimidazioni e più cresce la necessità di fare argine con queste scelte». «Nel 2008 la prima decisione della mia giunta fu la costituzione di parte civile in tutti i processi di mafia – ricorda l’ex sindaco di Isola Capo Rizzuto, Carolina Girasole –. In questo modo prendiamo le vere difese contro chi ha sporcato l’immagine del paese». E non solo in Calabria. Anche a Bitonto (Bari), dove il sindaco ha subito vari attentati. «È importante per dire che ci siamo – spiega l’assessore, Domenico Nacci – che abbiamo coraggio, che non intendiamo tornare indietro».
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