lunedì 30 aprile 2018
I sindacati Cgil, Cisl e Uil hanno scelto la città toscana per celebrare la ricorrenza. Il vescovo Franco Agostinelli: la sicurezza è il cuore del lavoro.
Mai dimenticare la sicurezza sul lavoro (Ansa)

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«Il cuore del lavoro è la sicurezza». Sarà questo lo slogan scelto da Cgil, Cisl e Uil per la Festa dei lavoratori. Quest’anno la manifestazione nazionale si terrà a Prato, città industriosa dove un terzo delle aziende è a conduzione straniera. Tra queste, due su tre sono gestite da cittadini cinesi. La scelta della città toscana non è casuale. Fu all’interno di un capannone dormitorio che il primo dicembre 2013 trovarono la morte cinque uomini e due donne sorpresi di notte da un incendio. Una tragedia che ha segnato, almeno in termini mediatici, un confine da non oltrepassare più.

Da allora, la Regione Toscana ha dato vita a un progetto denominato "lavoro sicuro", grazie al quale sono state controllate 10mila aziende cinesi nell’area compresa fra Prato e Firenze. Ma la sicurezza, la lotta all’illegalità e allo sfruttamento riguardano tutti. Due anni fa una vasta operazione di polizia, coordinata dalla Procura di Prato, è riuscita a porre fine allo sfruttamento di manodopera clandestina ai danni di richiedenti asilo. Venivano impiegati in condizioni non dignitose in alcune aziende agricole del Chianti. Questi (e altri) tragici fatti di cronaca hanno sporcato il nome della città toscana, uno dei distretti tessili più produttivi e conosciuti al mondo. Da qui la decisione dei sindacati nazionali di tenere a Prato la manifestazione unitaria del Primo Maggio.

Una scelta accolta con favore dal vescovo Franco Agostinelli. «Hanno ragione i sindacati – ha affermato il presule –: la sicurezza è il cuore del lavoro. Purtroppo, lo dobbiamo ribadire con forza e senza timore, troppi uomini e donne conducono la propria vita lavorativa in situazioni di disagio, illegalità, degrado e promiscuità». Una condizione sottolineata anche da papa Francesco, nel giorno della sua storica visita a Prato, il 10 novembre 2015. «La vita di ogni comunità esige che si combattano fino in fondo il cancro della corruzione, il cancro dello sfruttamento umano e lavorativo e il veleno dell’illegalità. Dentro di noi e insieme agli altri, non stanchiamoci mai di lottare per la verità e la giustizia».

Affacciato su piazza Duomo, parlando dal pulpito della cattedrale, papa Bergoglio invitò i pratesi a stabilire «patti di prossimità», affinché lavoro, welfare, integrazione e cultura siano temi comuni a tutti i pratesi, italiani e stranieri. È nato così un cammino che ha visto la Chiesa locale farsi interprete di un dibattito che ha coinvolto tutte le componenti economiche e sociali del distretto industriale. «Il diritto e il bisogno di sicurezza possono essere compresi, attuati e perseguiti solo se riconosciamo a livello universale "la sacralità di ogni essere umano" – ha osservato in più occasioni monsignor Agostinelli –. Da questa consapevolezza discendono il rispetto, l’accoglienza e la volontà di offrire a tutti, indistintamente, un lavoro degno. E proprio alla dignità del lavoro fece riferimento il Santo Padre quando venne qui a Prato».

In una nota congiunta le segreterie nazionali di Cgil, Cisl e Uil, denunciano l’esistenza di «migliaia di aziende non in regola». Tale situazione va sommata «alla rinnovata drammaticità dei dati sugli infortuni e le malattie professionali». Sono «fattori evidenti di quanto ci sia necessità di porre il tema della tutela della salute e della sicurezza al centro dell’attenzione del mondo del lavoro». Tutto questo a dieci anni dall’emanazione del Testo unico sulla sicurezza sui luoghi di lavoro, promulgato a pochi mesi di distanza dalla tragedia alla Thyssenkrupp di Torino, e di cui si attende ancora la definizione attraverso i decreti attuativi.

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