lunedì 23 marzo 2015
Così l'arcivescovo di Torino alle esequie di due delle vittime dell'assalto al Museo del Bardo. A Novara l'ultimo saluto a Francesco Caldara.
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Le corone di fiori del Capo dello Stato, del Presidente del consiglio, di presidenti di Camera e Senato ed anche quelle di Costa Crociere davanti al Santuario della Consolata di Torino dove si sono celebrati i funerali di Antonella Sesino e Orazio Conte, le due vittime torinesi dell'attentato di Tunisi. Appesi alla cancellata della chiesa alcuni striscioni degli amici delle vuttime: "Non è giusto morire così. Ciao Antonella" e "Mai soli". "La strage degli innocenti che si è rinnovata in questi giorni scuota la coscienza di ogni uomo di buona volontà e ci renda tutti più consapevoli che chi si serve della violenza e sceglie la via del sangue aggredendo cittadini inermi non avrà mai la vittoria, se non nella propaganda strumentale sulla rete e sulle vie mediatiche, perchè la Amore e la volontà di pace e di rispetto di ogni persona, alla lunga, vinceranno, avendo dalla propria parte la potenza di Dio". Così l'arcivescovo di Torino, monsignor Cesare Nosiglia, durante l'omelia funebre di Antonella Sesino ed Orazio Conte.Parenti, amici e colleghi si sono raccolti intorno ai due figli di Antonella Sesino e ai tre di Orazio Conte. Accanto al feretro del marito, in chiesa c'era anche la moglie, Carolina Bottari, in barella. La donna, impiegata del Comune di Torino, è rimasta ferita nell'attentato al museo del Bardo ed è rientrata in Italia ieri con un volo medicale. È ricoverata all'ospedale Cto di Torino per le ferite riportate da dove oggi è stata trasportata con un'ambulanza per assistere alle esequie del marito.A Novara nelle stesse ore, nella Cattedrale di Santa Maria Assunta si sono svolti i funerali di Francesco Caldara. Monsignor Franco Giulio Brambilla ha invocato amore per "guarire la rabbia che oggi portiamo dentro", "lenire la paura che ci fa sospettare di chi ci sta intorno" e "dare pace e consolazione" ai familiari delle vittime. In lacrime la comagna di Caldara, Sonia Reddi, anche lei ferita al Museo del Bardo, seduta su una carrozzina. "Francesco è morto - ha detto il vescovo - forse senza nemmeno accorgersene, rappresentando l'amore disarmato e disarmante del Signore crocifisso". 
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