martedì 24 settembre 2019
La fotografia de "I numeri del cancro" mostra 2mila diagnosi in meno in 12 mesi. Seno, colon, polmone, prostata e vescica i cinque più diffusi. A 5 anni sopravvivenza al 63% per donne e 54% per uomini
Tumori, nel 2019 meno casi e maggiore sopravvivenza
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Maggiore sopravvivenza e, per la prima volta, una diminuzione dei casi di tumore. Troppo presto per cantare vittoria contro il male del secolo, certo, ma la consapevolezza che i programmi di screening e le terapie sempre più mirate stanno dando i loro frutti. Resta però il fatto che, insieme alla prevenzione, attività fisica regolare e una dieta equilibrata rimangono i migliori alleati per la lotta al cancro. Duemila casi in meno di nuove diagnosi di neoplasia nel 2019, infatti, fanno ben sperare gli oncologi che ci sia «una inversione di tendenza», anche perché invece fino all’anno precedente continuava la lenta crescita dei malati di tumore in Italia (+4mila nel 2018 rispetto al 2017). Il rapporto I numeri del cancro 2019 presentato ieri al ministero della Salute – giunto alla nona edizione – stima infatti che quest’anno sono 371mila le nuove diagnosi (196mila uomini e 175mila donne), mentre erano 373mila nel 2018. Mammella (53.500 casi nel 2019), colon-retto (49mila), polmone (42.500), prostata (37mila) e vescica (29.700) restano le più diffuse forme tumorali che colpiscono la popolazione, anche se la sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi continua a crescere. E, sebbene ci siano 3,5 milioni persone che ancora combattono contro il tumore, più di un milione di italiani può dirsi invece guarito.
La fotografia dell’universo dei tumori in tempo reale – possibile grazie all’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), dell’Associazione italiana registri tumori (Airtum), di Fondazione Aiom, Passi (Progressi delle aziende sanitarie per la salute in Italia), Passi d’argento e della Società italiana di anatomia patologica e di citologia diagnostica (Siapec-Iap) – mostra in particolare una diminuzione delle neoplasie del colon-retto, dello stomaco, del fegato e della prostata e, solo negli uomini, i carcinomi del polmone. Che continuano, invece, ad aumentare fra le donne (+2,2% annuo), per la preoccupante diffusione dell’abitudine al fumo di sigaretta fra le italiane.
Numeri che si dimostrano «un prezioso strumento di conoscenza per cittadini e medici, per la ricerca e per chi deve fare programmazione sanitaria», dice il ministro della Salute Roberto Speranza. Comunque la si pensi, perciò, «non possiamo pensare ad una sanità futura senza un Fondo per i farmaci innovativi – aggiunge il viceministro del dicastero di Lungotevere Ripa, Pierpaolo Sileri – Le intenzioni sono di non tagliare, ma di investire». L’andamento degli ultimi quindici anni dimostra difatti che «anche la mortalità continua a diminuire in maniera significativa in entrambi i sessi» e questo è il risultato di più fattori, secondo la presidente nazionale Aiom Stefania Gori, come «la lotta al tabagismo, la diffusione degli screening su base nazionale, i miglioramenti diagnostici, i progressi terapeutici». La sopravvivenza a cinque anni così è del 63% delle donne e il 54% degli uomini; in più almeno un paziente su 4, pari a quasi un milione di persone, è invece tornato ad avere la stessa aspettativa di vita della popolazione generale.
L’importanza della prevenzione è dimostrata dal fatto che «nel Meridione la minore adesione agli screening oncologici – sottolinea il presidente Airtum Massimo Rugge – non ha fatto rilevare quei benefici effetti della diagnosi precoce, che si registrano nel Settentrione». E di conseguenza ci sono anche meno nuove diagnosi di tumori al Sud rispetto al Nord Italia, con l’incidenza più alta che si registra in Friuli Venezia Giulia (716 casi per 100mila abitanti) e la più bassa in Calabria (559 casi). Perché è proprio il Sud dove l’adesione agli screening non raggiunge nemmeno il 40%, mentre al Nord è di venti punti percentuali superiore.

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