giovedì 23 giugno 2016
​La decisione del giudice del lavoro: la docente sarebbe stata discriminata in base al suo orientamento sessuale. L'istituto a suo tempo disse: «Non c'era sintonia sui valori educativi».
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Per ora nessuna reazione ufficiale all’Istituto Sacro Cuore di Trento, la scuola paritaria condannata dal giudice del lavoro di Rovereto a risarcire con 25 mila euro per danni patrimoniali e non patrimoniali una docente che due anni fa sarebbe stata discriminata in base al suo orientamento sessuale. Secondo il giudice, l’Istituto cambiò la versione dei fatti nel giro di pochi giorni e attuò anche quella che viene definitiva tecnicamente una “discriminazione collettiva” per cui dovranno essere risarcite con 1.500 euro anche le due organizzazioni ricorrenti (CGIL del Trentino e Certi diritti). La vicenda risale al luglio 2014, quand’era dirigente della scuola cattolica suor Eugenia Libratore (scomparsa prematuramente nel settembre dello scorso anno) che sostenne che alla docente non fu rinnovato il contratto perché “non c’era sintonia sui valori educativi”: la stessa dirigente venne difesa da una nota dell’Istituto che respingeva l’accusa di discriminazione e segnalava “alcune lamentele espresse da alcuni genitori, alunni e colleghi, riguardo ad alcune affermazioni dell’insegnante in classe sulla sessualità”. A seguito del caso la Provincia autonoma di Trento avviò un’indagine interna che non portò però a provvedimenti nei confronti dell’Istituto. “La Provincia – dichiarò il presidente della Giunta provinciale di Trento, Ugo Rossi a conclusione dell’istruttoria nell’ottobre 2014 – doveva verificare che non vi fossero elementi discriminatori. Abbiamo raccolto testimonianze di genitori, alunni e docenti. L’esito è stato confortante sia dal punto di vista formativo che di clima interno”. La Provincia decise quindi di confermare i contributi alla scuola paritaria.
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