martedì 29 novembre 2016
Dopo 10 anni di politiche familiari coraggiose, è l’unica regione con un saldo positivo per quanto riguarda la crescita demografica
Famiglia, l’aiuto va a favore della società
COMMENTA E CONDIVIDI

Chi studia le politiche familiari in Italia ha individuato una zona grigia, da illuminare a fondo e da presidiare con decisione, per tamponare lo sboom demografico: è la fascia 18-35 anni, quella generazione che ha raggiunto sulla carta la maggiore età ma stenta a progettare e maturare un progetto di coppia (e di procreazione), minacciato dalla precarietà occupazionale e abitativa. L’allarme viene diagnosticato in Trentino, laboratorio d’avanguardia con i suoi 16 distretti di valle a misura familiare e un pacchetto di misure di welfare indicato come modello nazionale dal Forum delle Associazioni familiari.

Anche perché unica regione italiana con un saldo positivo per quanto riguarda la crescita demografica, +0,7 ogni mille abitanti (media italiana –2,7). Sul 'peso' della fascia 18-35 nell’emergenza denatalità punta l’attenzione la quinta edizione del Festival della famiglia, annuale check up di dicembre sulle lacune e le risorse degli interventi nel settore: «Fin da quando abbiamo istituito l’Agenzia per la famiglia e la natalità abbiamo colto lo stretto legame con le politiche di transizione all’età adulta – spiega il presidente della Giunta provinciale di Trento, Ugo Rossi – ma in questo Festival dimostriamo come si può rispondere anche a costo zero alle problematiche delle giovani coppie, presentando alcuni tentativi sperimentati nella nostra provincia». Il riferimento è alle misure inserite nella Finanziaria 2016 provinciale (il ddl appena licenziato ha già ottenuto il via libera in commissione), fra le quali anche la concessione alle giovani coppie in comodato gratuito di appartamenti sfitti per affrontare temporaneamente il problema casa.

«Questa formula, come quella del cohousing e del Servizio civile universale provinciale, va oltre le tradizionali agevolazioni abitative – spiega Luciano Malfer, direttore dell’Agenzia provinciale per la famiglia, la natalità e le politiche giovanili – ma vuole aprire una prospettiva di quasi-casa o quasi-lavoro che i giovani colgono come un incoraggiante aiuto nella difficile fase di transizione, altrimenti infinita». Prendiamo il cohousing con il progetto 'Io cambio status', percorso biennale di accompagnamento, orientamento e attivazione nella comunità che sarà presentato giovedì dai primi dei 50 giovani selezionati con la firma di adesione al progetto di conquista graduale di autonomia. «Anche l’apertura alla procreazione – è la convinzione di Luciano Malfer e anche la tesi del Festival – viene coltivata e si esprime maggiormente laddove si riesce a puntare sulla generatività, sulla consapevolezza dei giovani di poter costruire il futuro loro e della loro comunità ».

Già lo scorso anno, quando il Festival trentino aveva lanciato la priorità educativa con le parole del cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, si era riavviato un circolo virtuoso di realtà associative, cooperative e anche imprenditoriali che hanno riscoperto la loro responsabilità educativa, documentata ora in un libro dal titolo 'Step by step' con venti storie a ricaduta familiare. E lo stesso processo della conciliazione lavoro-famiglia, con il protocollo Family audit adottato dal governo a livello nazionale e premiato a Vilnius fra le migliori nove pratiche europee, continua a crescere. Ora si prevede di estendere la certificazione anche a gruppi interaziendali per non escludere le imprese piccole e dimostrare che anche nel settore profit conviene 'fare rete' con attenzione alla famiglia.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: