martedì 22 maggio 2018
Al centro della rete di trafficanti ci sarebbe una 30enne nigeriana che vive a Giugliano. L'indagine è partita dalla denuncia di una minorenne sfruttata
Tratta di esseri umani e prostituzione: 4 arresti
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La polizia di Stato di Napoli ha arrestato 4 persone, un italiano e 3 nigeriani, per associazione a delinquere transnazionale, tratta di esseri umani, riduzione in schiavitù e sfruttamento della prostituzione. Al centro della rete di trafficanti ci sarebbe una 30enne nigeriana, nota come "Mommy", che vive in un appartamento a Giugliano, nel Napoletano, insieme ad alcune connazionali, che lei stessa ha fatto giungere direttamente dalla Nigeria e che fa prostituire. Con lei vive anche il fidanzato, di 29 anni, che collabora nella gestione delle ragazze.

In manette sono finiti anche un tassista, con precedenti specifici, che accompagnava e andava a riprendere le ragazze, e il fratello della "Mommy", che teneva i contatti con i trafficanti, ancora non identificati, che dalla Nigeria e dalla Libia organizzavano i viaggi.

Le indagini della Squadra mobile di Napoli, coordinate dalla Dda, sono state avviate nell'aprile del 2016 in seguito alla denuncia di una minorenne nigeriana, che aveva raccontato di essere arrivata in Italia a bordo di un barcone dopo un lungo viaggio, stipata in due autobus, insieme ad altri 140 connazionali, fino alla Libia. Giunta a Lampedusa, era stata poi accompagnata, con una sua amica, a Giugliano, dove entrambe erano state consegnate a una "madame" e costrette a prostituirsi per pagare un debito di 30mila euro per la propria liberazione.

La ragazza, prima di lasciare il suo villaggio a Benin City, era stata sottoposta al "rito voodoo", che in quella regione è chiamato "juju".

L'organizzazione che gestisce il traffico ha una strutturazione precisa e ben articolata. Ai reclutatori che passano a setaccio Benin City e il suo hinterland e organizzano i trasferimenti, corrisponde in Italia una struttura preposta all'"accoglienza" e all'istradamento alla prostituzione. Chiave di volta di questa struttura è la "mommy", spesso un'ex prostituta. Ciascuna di queste donne accoglie nella propria casa sette-otto ragazze, gestisce i loro guadagni, si occupa del risarcimento del debito e ricorda loro, qualora non volessero piegarsi alle sue condizioni, il vincolo che hanno con l'organizzazione.

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