domenica 22 maggio 2016
Gianluca Corrado: «Trasporti con l'elettrico e accoglienza diffusa Partecipate da tenere»
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1 Pure in un momento di oggetti- va difficoltà per le condizioni del bilancio, le politiche rivolte alla famiglia non possono che occupare, insieme a quelle inerenti la salute, le priorità della nostra futura azione politica. In tal senso, andranno trovate le risorse per migliorare l’offerta degli asili nido, e soprattutto limitarne il costo per le famiglie con redditi non elevati. Andrà infine migliorata, anzi completamente riorganizzata, la rete di supporto sociale alle famiglie, sia con risorse pubbliche che con apposito coordinamento con associazioni. 2 Il patrimonio immobiliare del Comune di Milano andrà valorizzato. Abbiamo denunciato un buco di 204 milioni di euro per affitti non incassati dei quali la metà relativa a immobili commerciali. Recuperare anche solo parte di queste risorse ci consentirà di ristrutturare tantissimi alloggi non abitabili e quindi dare un tetto a migliaia di famiglie in lista d’attesa. Sarà poi necessario combattere il problema degli abusivi. 3 Il volontariato e l’associazionismo, sia cattolico che laico, sono risorse preziose e hanno una finalità sociale indispensabile. Andranno coinvolte, come d’altro canto è nostro uso in ogni ambito, sia nella pianificazione delle nostre politiche di welfare che nella fase di esecuzione. 4 Sono convinto che Milano non possa e non debba affrontare da sola questa emergenza. Anzi: mia priorità sarebbe quella di coinvolgere il governo e di coordinarmi con tutte le altri grandi metropoli italiane al fine di pianificare una strategia comune. Detto ciò, cercherei di trovare modalità di accoglienza diffuse per i profughi che rappresentino il miglior bilanciamento di interessi tra l’imprescindibile tutela dei diritti umani e le concrete esigenze dei milanesi. L’utilizzo delle strutture Expo destinate alla dismissione, impedito per mere ragioni demagogiche da alcune forze politiche, sarebbe ad esempio stata una buona soluzione. Non è da escludersi l’utilizzo, ove strettamente necessario, di immobili dismessi comunali. 5 Il diritto di culto è imprescindibile. Detto ciò, per noi le soluzioni non possono che essere due, ovvero una grande moschea, o, in alternativa, quella di ipotizzare un più elevato numero di luoghi di preghiera, molto più piccoli, ben identificati, e dislocati sul territorio. La scelta non potrà che essere effettuata previa consultazione dei milanesi e dei musulmani e poi delle autorità di pubblica sicurezza. 6  Cedere le quote delle partecipate significa sottrarre ai cittadini il loro patrimonio e al bilancio del Comune decine di milioni di euro annui incassati a titoli di dividendi. E la conseguenza sarebbe o l’aumento delle tasse o, comunque, una minore offerta dei servizi. È quindi per noi inaccettabile pensare di vendere il patrimonio pubblico, un danno enorme per il Comune e i suoi cittadini. 7 Al di là della non condivisione della scelta fatta per M4, che avrebbe potuto essere costruita senza un impatto devastante sul territorio, non amplieremo la rete della metropolitana, ma lavoreremo maggiormente su navette elettriche per collegare le zone più periferiche con il centro della città. Creeremo batterie di mezzi elettrici in sharing ai bordi del centro e aumenteremo i parcheggi di interscambio. Con queste premesse, l’area C diventerà nel lungo periodo una ztl in cui potranno entrare solo mezzi elettrici. Questo modello, nel lungo periodo, 15 anni circa, andrà esteso a tutta Milano, così da arginare l’inquinamento atmosferico, che ad oggi comporta 5.500 morti premature l’anno. 8 Nella piattaforma Expo vorremmo, innanzi tutto, costruire quel famoso parco agroalimentare promesso ai cittadini milanesi, poi utilizzare un’ampia area per un centro scientifico finalizzato allo studio di ogni applicazione concreta delle energie rinnovabili e dei mezzi ecosostenibili anche in cooperazione, oltre che con università e ricercatori, con imprenditori e industriali, così da lavorare parallelamente per tutelare la nostra salute, per riottenere sovranità energetica, e per trasformare Milano in un vero e proprio laboratorio per i nuovi Green business.
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