mercoledì 21 agosto 2019
Firmato dopo vent’anni il regolamento per attuare la legge. Per l’operatività però servirà ancora un anno. Cardillo (Cnt): «Non è un’imposizione, ma un’opportunità per i malati»
Foto Ansa

Foto Ansa

COMMENTA E CONDIVIDI

Sono stati necessari vent’anni per fare un passo avanti verso l’attuazione del silenzio-assenso per la donazione di organi in Italia. Il Sistema Informativo Trapianti (il cosiddetto Sit) è previsto dalla legge 91 del 1° aprile 1999 e ieri il ministro della Salute Giulia Grillo ha firmato il decreto che contiene le norme del regolamento, necessario per disciplinare la tracciabilità e la trasparenza dell’intero processo di donazione-prelievo-trapianto di organi.

«Abbiamo finalmente sbloccato dopo vent’anni – ha detto il ministro – un passaggio fondamentale per l’applicazione del silenzio-assenso previsto nel 1999, ma rimasto lettera morta. Due decenni sono troppi per attuare una legge di civiltà di cui il Paese ha bisogno. Potranno così essere salvate molte più vite, ma per farlo i cittadini devono essere adeguatamente informati e consapevoli e per questo lanceremo una nuova campagna informativa».

Da reni a cuore, da polmoni a fegato, in Italia i trapianti eseguiti nel 2018 sono stati 3.718 e 1.680 i donatori, ma sono numeri che quasi sicuramente crescerebbero con l’effettiva introduzione del silenzio-assenso. Il decreto intende garantire la piena trasparenza e tracciabilità dell’intero processo di “donazioneprelievo- trapianto”, nello svolgimento delle attività che governano la domanda e l’offerta di organi, il controllo del rispetto delle linee guida previste e l’in- nalzamento del livello di qualità globale del sistema trapianti in Italia, adottando anche un sistema che consenta alle strutture sanitarie di comunicare i dati richiesti con modalità informatiche. La firma del regolamento, per quanto fondamentale, resta comunque soltanto il primo passo. Per rendere operativo il silenzio-assenso è necessario il completamento dell’Anagrafe nazionale degli assistiti, che dovrebbe essere pronto in poche settimane.

E poi deve ancora essere realizzato il sistema di notifica, usando al meglio la tecnologia: dovrà avvertire tutti i cittadini dell’entrata in vigore del silenzio-assenso per dare la possibilità, a chi vuole esprimersi contrariamente, di farlo. A quel punto, se non lo farà, sarà considerato un potenziale donatore. «Per fare tutte queste cose – spiega Massimo Cardillo, direttore del Centro nazionale trapianti (Cnt) – un anno Firmato dopo vent’anni il regolamento per attuare la legge. Per l’operatività però servirà ancora un anno. Cardillo (Cnt): «Non è un’imposizione, ma un’opportunità per i malati».

Nel testo anche limiti sulla procreazione medicalmente assistita, con le regole per il Registro dei donatori di cellule dovrebbe essere un tempo ragionevole, anche se non sono previste tempistiche precise. È comunque molto importante preparare la popolazione con una corretta campagna informativa. Il silenzio-assenso deve essere visto non come un’imposizione per i cittadini, ma come una opportunità per chi è ammalato ». In Italia, il principio di donazione deve sempre rispondere ai requisiti etici di libertà e di gratuità. E, a differenza di altri paesi del mondo, anche la disponibilità della terapia deve essere garantita gratuitamente a tutti i cittadini, perché è parte dei livelli essenziali previsti.

È quindi necessario un consenso sociale diffuso, eliminando il più possibile eventuali contrasti con i familiari dei donatori deceduti e questo avviene soltanto «se la gente capisce chiaramente che con i trapianti si salvano delle vite». Tra le cose su cui serve migliorare la conoscenza, inoltre, vi è anche la situazione in cui è possibile donare gli organi, ovvero quando il paziente muore in un reparto di rianimazione, in genere per ictus o trauma cranico, e ne viene certificata, da un collegio di tre medici, l’assenza dell’attività cerebrale nell’arco di almeno 6 ore: «Chi dona un organo – aggiunge Cardillo – è sempre deceduto, anche se ha un cuore che batte grazie ai farmaci o il torace che si muove grazie a un ventilatore.

Se è dichiarato morto è perchè si sono perse irreversibilmente tutte funzioni dell’encefalo». Il decreto contiene anche disposizioni sul Registro nazionale dei donatori di gameti, prevista dalla legge del 2014, per monitorare la tracciabilità delle cellule dal donatore al nato e viceversa e il conteggio dei nati da un medesimo donatore, in relazione alle tecniche di procreazione medicalmente assistita di tipo eterologo. In questo modo, si inserisce e si conferma un importante principio di regolamentazione del settore, arginando potenziali (e pericolosi) commerci senza freni di cellule riproduttive.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: