martedì 9 luglio 2019
Il dato emerge da uno studio sui flussi illeciti prodotto da Transcrime - Università Cattolica del Sacro Cuore. Più di 150 i Paesi coinvolti
Ogni anno 132 miliardi di sigarette «trafficate» nel mondo
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Ogni anno 132 miliardi di sigarette vengono trafficate illegalmente e poi vendute in 57 Paesi in Europa, Nord Africa, Medio Oriente e Asia Centrale. Una quantità che corrisponde a circa il 10% del consumo totale. Il dato emerge dalla ricerca Ittp Nexus in Europe and Beyond, condotta da Transcrime - Università cattolica del Sacro Cuore e finanziata dalla Pmi Impact Initiative.

Le sigarette illecite consumate nell'Unione europea provengono da 128 Paesi (5 i continenti interessati), il 40% dei quali extra Ue. Circa il 20% sono prodotte invece nell'Europa dell'Est (principalmente in Ucraina e in Bielorussia). I cittadini europei ne consumano ogni anno 55 miliardi.

Le rotte su cui viaggiano i contrabbandieri coinvolgono 150 Paesi e i trafficanti possono contare su 900 collegamenti transnazionali. Balcani, Maghreb ed Europa Nord-Orientale sono i passaggi più utilizzati. Un mercato in continua espansione che si avvantaggia di conflitti armati, politiche di tolleranza e zone di libero scambio.


«I risultati della ricerca sottolineano l'importanza di un approccio olistico che coinvolga più Paesi e contrasti contemporaneamente la domanda, l'offerta e il trasporto illecito - osserva Ernesto Savona, direttore di Transcrime -. Lo scopo dello studio è accrescere la consapevolezza sulle caratteristiche e le determinanti del traffico globale di sigarette per contribuire alla previsione e alla prevenzione di questo crimine. Inoltre la metodologia adottata da questo studio potrebbe essere utilizzata per analizzare altri mercati illeciti transnazionali».

Per quanto riguarda l'Italia, nel 2017 sono entrate 5,5 miliardi di sigarette provenienti da 25 Paesi. Si evidenzia però una diminuzione rispetto al periodo 2008-2012, quando la media dei flussi di ingresso era pari a 9,5 miliardi. La Slovenia resta il principale canale di ingresso, seguita dagli Emirati Arabi Uniti e dall'Austria.


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