lunedì 22 marzo 2010
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Guerra di cifre sul corteo la «festa di popolo» del Pdl in piazza San Giovanni a Roma a tenere bancosono le polemiche, che via via si trasformano in un violento scontro tra maggioranza ed opposizione, sui numeri dei partecipanti. Più di un milione per i vertici del Pdl, 150mila secondo la Questura. Un dato, quest'ultimo, duramente contestato dal centrodestra.    In mattinata, da Bologna, Silvio Berlusconi smorza i toni già divenuti tesi per alcuni interventi dei big del Pdl ma non si sbilancia sull'attendibilità dei dati della Questura: «In queste manifestazioni - spiega - tutti danno numeri che fa comodo dare. Non entro nel merito, dico solo che mi sono emozionato nel vedere tante persone e che la qualità di queste persone mi ha riscaldato il cuore».Che «l'umore» nel partito per i 'numerì della Questura sia nero lo lascia intendere di buon mattino il presidente dei deputati Pdl, Fabrizio Cicchitto, «stupefatto da ciò che hanno affermato» le forze dell'ordine perchè "quando la piazza è strapiena il numero è molto più vicino alla cifra affermata dall'onorevole Verdini (un milione, ndr)». «Evidentemente, non solo da ciò che è avvenuto ieri - attacca Cicchitto - ricaviamo l'impressione che alla questura di Roma c'è qualcosa che non funziona».Parole che suscitano la reazione dell'opposizione. Per il vicepresidente della Regione Lazio, Esterino Montino, del Pd, «è evidente che qualcosa non funziona nel Pdl e non alla questura». Il presidente dei senatori dell'Idv, Felice Belisario, definisce "le parole di Cicchitto pericolose ed eversive, un intimidazione di stampo mafioso". Roberto Rao dell'Udc bolla come «ridicola» la polemica nata dalle «surreali cifre fornite dal Pdl».Non manca chi si affida all'ironia. Leoluca Orlando, portavoce Idv, propone di «regalare un pallottoliere al Pdl», mentre i Comunisti italiani salutano l'arrivo «dei numeri "ad personam" dopo le leggi ad personam».Insorgono anche i sindacati di polizia che parlano di «critiche insensate». Per il Siulp le parole di Cicchitto hanno un «senso di irresponsabilità». Quello dei numeri «è un problema di quinta elementare», secondo l'Anpf che ha contato «l'arrivo a Roma di 770 pullman», contro i 3mila annunciati dal Pdl. Critico il Coisp contro il governo che «che smentisce i propri organismi».Nel centrodestra c'è anche chi ridimensiona la polemica. Francesco Storace la definisce «ridicola» e il ministro Gianfranco Rotondi smonta «la solita querelle del giorno dopo». Controcorrente il sottosegretario Carlo Giovanardi: «150mila partecipanti - dice - è un grande risultato di cui essere davvero entusiasti». Soffia sul fuoco, invece, Maurizio Gasparri che conferma «pesanti riserve sul comportamento del questore, peraltro deludente su tutti i fronti» e "consiglia" a Montino «calma e silenzio» anche perchè «per lui sono pronte sorprese clamorose». Parole che l'esponente del Pd marchia in risposta come «dichiarazioni da squadrista». Nella guerra dei numeri interviene a fine giornata Umberto Bossi con una battuta «C'era abbastanza gente, ma erano tutti di Berlusconi - assicura il "Senatur" - Così voleva l'accordo, altrimenti avremmo riempito tutte le piazze di Roma». «Io - sottolinea- ho tenuto in disparte dieci milioni di persone».
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