giovedì 30 aprile 2015
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In Liguria la sola ipotesi di consegna della corrispondenza a giorni alterni e della chiusura di uffici postali in piccoli centri fa scattare l’allarme rosso. Se è vero che la maggior concentrazione di densità abitativa è sulla costa, lunga circa 250 chilometri, è altrettanto vero che le caratteristiche orografiche del territorio hanno posto paesi, paesini e frazioni lungo l’Appennino che sale rapidamente dal mare fin quasi a mille metri. Luoghi ai quali già si arriva a fatica e dove gli abitanti si sentono "abbandonati" a se stessi ed isolati già ora. Se in futuro non arriveranno ogni giorno giornali e corrispondenza questo isolamento verrà avvertito in maniera maggiore.L’attesa delle decisioni di Poste Italiane scuote già i comuni dell’hinterland genovesi, Valle Bormida, Scrivia, ricchi di seconde case e dove gli abitanti del capoluogo ligure si recano in vacanza e spesso vi si stabiliscono una volta arrivati alla pensione. Lo fanno in molti, visto che la regione è tra quelle con il maggior numero di anziani in Italia. Busalla e dintorni nel genovese, ma anche in località dell’estremo Levante, dalle Cinque Terre a salire in collina. Non cambia molto dall’altra parte della regione: imperiese e relative colline o nel savonese dove c’è la Val Bormida. Una ricezione a singhiozzo, spiegano i residenti, avrebbe contraccolpi negativi anche psicologici. Ed un discorso a parte merita la stessa Genova, larga quattro chilometri sulla costa e lunga quasi trenta, che sale dal mare al monte del santuario della Madonna della Guardia, quota 800 metri. Si estende in buona parte su pendii dove ci sono piccole comunità pur in ambito cittadino, che contano già molte difficoltà nelle comunicazioni, con torrentelli da superare e stradine impossibili persino alle moto. Situazione simile pure a Sestri Ponente, zona perfettamente cittadina, a soli dieci chilometri o poco più dal centro città dove, sotto le pendici del Monte Gazzo, abitano diverse famiglie che camminano circa 10 minuti a piedi per raggiungere casa.Genova poi è città policentrica e a forte connotazione localista, per cui ogni quartiere (ma in effetti sotto la Lanterna si parla di delegazioni) sente l’ufficio postale come territorialmente suo e non inserito nel contesto della città ed ogni riduzione di orario o personale già oggi ha contraccolpi forti e suscita proteste. Le varie zone di Genova si considerano infatti da sempre città nella città e molti cittadini, attraverso i Municipi, avvisano che contro i "tagli" sono pronti ad avviare raccolte di firme e iniziative di contestazione. Gli uffici postali liguri sono circa 300 sull’intero territorio, spalmati su cinque filiali: Imperia-Sanremo, Savona, Genova Ponente e Genova Levante, La Spezia.Presso l’aeroporto Cristoforo Colombo c’è una delle strutture postali tra le più importanti nel Nord Ovest, dove si lavora la posta genovese ma anche di parte dell’alessandrino. Un collettore enorme di corrispondenza che provoca talvolta problemi soprattutto a giornali locali "minori" che hanno la loro forza negli abbonamenti. Capita vengano recapitati quando sono già da giorni in edicola, suscitando forti proteste da editori ed abbonati. I tagli si teme possano avvenire in uffici decentrati e di piccole località dove c’è molto afflusso nei giorni di pagamento delle pensioni e poi quasi il nulla. Tuttavia, spiegano i residenti, l’ufficio delle Poste resta un punto di riferimento nelle piccole comunità, presenza confortante sul piano umano e sociale.
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