Oltre alla richiesta che dovrebbe essere confermata domani dai Ministri dei Sette Grandi – collaborare per un lavoro migliore e più equo -, la giornata è iniziata con forti proteste che, dopo una pausa, sono riprese nel tardo pomeriggio con un assalto all’area dov’è l’albergo che ospita i delegati dei Sette Grandi e, successivamente, il blocco del ponte della Gran Madre sul Po, uno dei principali della città. Domani le contestazioni potrebbero arrivare fino al castello dei Savoia.
Sulle delegazioni del G7 Lavoro è arrivato anche il messaggio dell’arcivescovo di Torino, Cesare Nosiglia, che come capo della Conferenza Episcopale del Piemonte, ha ricordato i molti “santi sociali” piemontesi e sottolineato l’esigenza “di svolgere gli incontri in programma a vantaggio di tutto l’uomo e di tutti gli uomini, ponendo attenzione non solo agli interessi produttivi, commerciali ed economici, ma anche al grido dei più poveri e della nostra madre terra”.
Ma mentre i partecipanti al vertice affluivano alla Reggia, un corteo di studenti e antagonisti dalla mattinata al pomeriggio inoltrato ha percorso le vie del centro di Torino, tentando in diversi momenti di oltrepassare il cordone di forze dell’ordine per raggiungere l’albergo dove sono alloggiate le delegazioni dei sette Stati. Due manifestanti sono stati fermati, mentre in diverse occasioni la polizia ha dovuto effettuare alcune cariche “di alleggerimento” per disperdere i manifestanti.
A sera, quindi, mentre a Venaria si chiudeva la prima giornata di lavori, in centro a Torino i manifestanti hanno fatto circolare la voce di voler interrompere la “Notte dei ricercatori”, una iniziativa voluta per far conoscere a tutti i legami fra scienza e opportunità di lavoro, mentre uno dei principali ponti della città, quello della Gran Madre, veniva bloccato.