mercoledì 25 maggio 2016
​Intervista alla candidata del M5S. Priorità la riqualificazione delle periferie e la valorizzazione della cultura e del turismo.
Appendino: da neo mamma rivoluzionerò gli orari della città
COMMENTA E CONDIVIDI
​1 La tradizione industriale va ancora valorizzata. Torino non è solo auto: vorrei ricordare l’aerospazio e l’industria alimentare. La sfida da vincere è la nuova industrializzazione; per “nuova” intendo un modo adatto alle moderne tecniche e bisogni dell’industria. Sappiamo bene che il modello della grande fabbrica non risponde più alle sfide, ma Torino è e deve restare una città manifatturiera, puntando molto sulle piccole e medie imprese, il "tessuto" della città. Anche il turismo deve costituire un asse di investimento, ma è irrealistico pensare che possa essere l’unico motore economico della città.
2 A partire dal primo piano strategico del 1993-1997 Torino è stata in grado di valorizzare le bellezze culturali e artistiche e di svettare nel panorama italiano ed europeo. Credo che sia giunto però il momento, così come sostenuto anche dall’arcivescovo di Torino, di portare la cultura e gli eventi in ogni quartiere della nostra Città, usandoli come veicoli di sviluppo. Nel programma sosteniamo che la Torino policentrica - un luogo di vita in ogni quartiere - sia l’unica che può garantire uno sviluppo uniforme.
3 Il problema della casa costituisce, più che un’emergenza, una vera e propria crisi strutturale, che dev’essere affrontata con l’apporto di tutti gli attori sociali. La riqualificazione delle periferie è uno dei veicoli con cui vogliamo agevolare l’utilizzo degli alloggi sfitti. Presentando il programma, abbiamo parlato della nostra visione dell’urbanistica, basata sulla riqualificazione del patrimonio edilizio esistente e non sulla costruzione di nuovi edifici. Il Piano Regolatore di Torino è stato pensato per una città di 1,2 milioni di abitanti: siamo sotto i 900.000, é necessaria una revisione strutturale.
4 Ogni crisi può costituire, se ben utilizzata, un’occasione di miglioramento. Se non si riesce a cogliere questa possibilità di rilanciare la vocazione produttiva di Torino sarà complesso poter trovare una soluzione ai problemi sociali; vorrei ricordare che secondo i dati della Caritas a Torino ci sono più di 100.000 poveri e il 44% dei giovani tra i 18 e i 24 anni non studia e non lavora. Il “miracolo” va costruito con politiche di rilancio della Torino manifatturiera.
5 La Città deve investire sul futuro supportando le coppie con figli non solo nei servizi comunali – penso alla fascia di età 0-6 – ma anche favorendo una rimodulazione degli orari della città. Esiste una delega specifica, denominata “tempi e orari”, che dovrebbe supportare un processo partecipato col quale ottimizzare gli orari di apertura delle scuole, di carico dei mezzi del trasporto pubblico, dell’apertura dei negozi ecc. al fine di ottimizzare l’offerta di servizi. In questi mesi di campagna, io ho conciliato la maternità con gli impegni lavorativi e politici grazie al forte supporto di mio marito e della mia famiglia, ma ricordiamo che le famiglie con figli, spesso, si trovano a dover assistere i parenti anziani e questo complica le cose.
6 La terza tappa del programma è incentrata sui diritti civili delle persone LGBT. Sono felice dell’approvazione di questa legge anche se la ritengo insufficiente. Abbiamo avanzato alcune proposte per combattere l’omofobia e favorire il confronto.
7 Il programma è di oltre 300 pagine, frutto di un percorso lungo, ma credo che la vera novità, trasversale ad ogni materia, sia nel nostro metodo partecipativo. Abbiamo proposto anche di creare un assessore alla Partecipazione, perché crediamo che si debba ricucire il rapporto tra amministratori e cittadini: non si ha una democrazia viva se non c’è una vera partecipazione. Questo è un prerequisito per il quale ogni torinese, ma ancora di più ogni italiano e ogni vero democratico, dovrebbe battersi.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: