venerdì 27 settembre 2013
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Il sistema nazionale di istruzione poggia su due gambe: le scuole statali e le paritarie. Se viene meno una delle due gambe, crolla l’istruzione pubblica in Italia». Si dice «preoccupato» per la condizione in cui versano tanti istituti e per la minaccia di nuovi tagli ai finanziamenti, il sottosegretario all’Istruzione, Gabriele Toccafondi, che ha la delega per le paritarie e assicura la compattezza del governo nel considerare «fondamentale» il loro apporto al sistema. «Lo dicono i numeri (oltre un milione di studenti, il 12% del totale) e lo conferma la realtà quotidiana di tante famiglie», aggiunge Toccafondi.Perché, allora, i gestori non hanno ancora ricevuto l’ultima tranche di 80 milioni del finanziamento 2013?Per un problema tecnico, questi fondi sono fermi al Ministero dell’Economia. Con il ministro Del Rio, sto lavorando allo sblocco, che deve avvenire il prima possibile. Altrimenti, potrebbero “andare in economia” ed essere destinati dal Mef ad altri scopi. Dobbiamo e vogliamo fare presto.Sono confermate le previsioni di un taglio del 50% dei finanziamenti nella Finanziaria per il 2014?Sono molto preoccupato. Nelle bozze della previsionale è scritto che il finanziamento complessivo sarà di 250 milioni. Ciò significherebbe un taglio del 60% del finanziamento storico e del 50% su quello del 2013. Avrebbe un impatto devastante sulla vita delle scuole. Per questo, tutti i giorni telefono ai ministeri competenti facendo presente che con questi ulteriori tagli le scuole avrebbero difficoltà a pagare gli stipendi.Che risposte riceve?Sono abbastanza fiducioso. Sia il presidente Letta che i colleghi del Mef sono consapevoli di queste difficoltà e sanno che questi tagli sarebbero ingestibili dalle scuole, che, per farvi fronte, non potrebbero certo raddoppiare le rette. Stiamo parlando di scuole normali, non certo di lusso, di scuole vere, presenti anche nelle piccole città. Di questo il ministro Carrozza è consapevole e si è già spesa molto.Perché, allora, nel decreto scuola l’unico riferimento alle paritarie si trova in un comma sul divieto di fumo, mentre quando si parla di finanziamenti si parla solo delle scuole statali?Da inguaribile ottimista, guardo il bicchiere mezzo pieno: questo decreto è positivo e farà bene alla scuola. In Parlamento potrà essere aggiornato e mi auguro che il dibattito sia sereno e non ideologico. Sulle paritarie il messaggio è: meno ideologia e più realismo. Sono convinto che partire dalla realtà dei fatti aiuti a risolvere anche questo problema.Intanto, però, è stato tagliato anche il capitolo che prevedeva esenzioni da Imi, Ici e Tarsu: le paritarie tornano sotto la scure delle imposte locali?Per il 2013 è in vigore un regime transitorio che sospende il pagamento. Il Consiglio dei ministri vuole compiere passi coerenti con la legge 62/2000 sulla parità e affrontare la questione una volta per tutte. L’affronteremo con la nuova legge sulla Service tax e faremo chiarezza, anche per non mettere in difficoltà i Comuni. Anche questa partita sarà risolta entro l’anno.E se il governo cade prima? C’è il rischio che salti tutto l’impianto?Oggi il governo c’è e ha iniziato un percorso ben preciso e strutturato. La speranza è che si possa proseguire nel lavoro. In ogni caso, la strada è tracciata e l’iter avviato. Chiunque dovesse arrivare al nostro posto dovrà seguire questo cammino. Tenendo ben presente, ripeto, la realtà dei fatti senza farsi condizionare dall’ideologia.
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