giovedì 11 agosto 2022
Rinviato di 24 ore l'incontro previsto per ieri. L'obiettivo è trovare un'intesa chiara e solida per puntare sul voto moderato che sottragga voti al centrodestra
Matteo Renzi, a sinistra, e Carlo Calenda. Prove di alleanza

Matteo Renzi, a sinistra, e Carlo Calenda. Prove di alleanza - Imagoeconomica

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Matteo Renzi: «Domani (oggi per chi legge, ndr) ci vediamo e decidiamo. Se son rose fioriranno...». Carlo Calenda: «Le cose stanno andando per il verso giusto», ma «sono prudente mi è saltato un matrimonio da pochi giorni...».

Come una sceneggiatura che punta a creare suspense, il film del "terzo polo" raccontava ieri di un’intesa sempre in dirittura d’arrivo ma non ancora arrivata. Con qualche timore in più, forse, rispetto a 24 ore prima. Che potrebbe essere però il preludio all’intesa. Il giorno buono sarà quello odierno se verranno superati gli ostacoli mancanti. Che sono sì legati al bilanciamento delle candidature, alla formazione delle liste, alla leadership. Ma che nascondono forse anche il timore da parte di entrambi i leader di fare un passo falso. Per Calenda poi sarebbe il secondo in una settimana dopo la rottura con Enrico Letta. Decisamente troppo.

La sfida dei due leader è ambiziosa e per questo un accordo di piccolo cabotaggio, una sommatoria elettorale, rischia di comprometterla dall’inizio. L’idea infatti è quella di mettere in moto una forza centripeta capace prima del voto di drenare consensi ai due poli di destra e sinistra e dopo il voto - se non ci fosse un chiaro vincitore - di scompaginare le alleanze e coinvolgere le forze più moderate verso un nuovo governo Draghi, sorretto da una "maggioranza Ursula" all’europea . Il bacino elettorale potenziale, secondo le due formazioni, è più ampio di quanto dicano gli ultimi rilevamenti. E ieri Calenda se l’è presa con Youtrend, che ha valutato il polo al 4%: sono «i sondaggisti del Pd e Più Europa, in questo momento i sondaggisti seri non stanno rilevando perché la gente è al mare».

«Ci aspettano tempi difficili», ha spiegato Renzi in un’intervista, con l’inflazione «tanti andranno sotto la soglia di povertà e tra settembre e dicembre si dovrà ridiscutere il patto di stabilità europeo: se non cambiamo quel patto non andiamo da nessuna parte. E io chiedo agli italiani: chi preferite che vada a trattare con olandesi e tedeschi, Draghi o Meloni?». Dunque, se si fa l’accordo bisogna capire qual è la prospettiva – ha aggiunto – le candidature e le liste sono le cose più facili. La domanda è vogliamo fare un polo del buon senso? Sono ottimista e prudente. Il leader di Italia viva si è detto «pronto a fare un passo indietro sulla leadership, ma prima viene l’accordo e poi i nomi, che, come dicevano i latini, sono conseguenza delle cose». Quanto al pericolo fascismo evocato da Letta, Renzi corregge il leader del Pd: «Se vince la destra sono in pericolo i portafogli e i conti pubblici, non la democrazia».

L’intesa è vicina? «Ormai sono molto prudente - ha detto da parte sua Calenda in serata – mi è saltato un matrimonio poco tempo fa... Battute a parte, spero di sì: abbiamo programmi comuni, l’obiettivo comune di mantenere Draghi a Palazzo Chigi, ma ormai sono scottato e molto prudente. Posso dire che saranno presenti i loghi dei due partiti (in un simbolo unico, ndr) e stiamo lavorando a una lista unica». Eppure la mattina era sembrato un po’ più ottimista, assicurando che «sulle questioni di fondo l’accordo è raggiunto e ora si discute su altre cose rilevanti». Con una postilla: «Se noi non ci fossimo, si creerebbe un vuoto enorme per gli elettori moderati e nessuna possibilità di sottrarre voti alla destra».

Alta tensione intanto con Emma Bonino e Più Europa. Dopo la rottura di un sodalizio che sembrava forte ora volano gli stracci. La ex leader radicale ha definito «voltafaccia truffaldino» la decisione di Calenda di smarcarsi dall’accordo con il Pd, e il leader di Azione le ha replicato: «Io sono stato ben educato dai miei genitori, alla volgarità non si risponde con la volgarità perché non si va da nessuna parte, però cerca di non perdere il controllo».

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