giovedì 16 dicembre 2010
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A come Allargamento, B, come Berlusconi, C come caccia ai deputati delusi. «L’ipotesi del terzo polo non ha più prospettive, è inesistente», dice il premier aprendo a tarda sera il vertice dello stato maggiore del Pdl. «Non ha prospettiva politica, e soprattutto non esiste nell’elettorato». Soprattutto per l’elettorato di Gianfranco Fini, «che sarà solo un co-protagonista, destinato fatalmente a sparire», scommette.Il giorno dopo la Grande Vittoria, va in archivio anche il plateale abbraccio con Pier Ferdinando Casini. Non è piaciuta, al Cavaliere, la saracinesca alzata dal leader dell’Udc che ora dà vita al polo della nazione. A caldo non aveva escluso una crisi pilotata. Ma ora la prospettiva si allontana. Con l’Udc, a differenza di Fini, però, il discorso non è ancora chiuso. Non del tutto almeno. «Valutiamo le mosse che Casini farà». Ma intanto «dobbiamo mirare a recuperare più deputati possibile all’area di responsabilità. Penso – dice ora – a singoli deputati che militano nei partiti di cui non condividono più la linea». «Abbiamo diversi posti liberi nel governo e quindi possiamo rinforzare la squadra, ma non offriamo posti per convincere qualcuno», aveva detto il premier, rispondendo a Maurizio Belpietro a Mattino 5. Ma governare con tre deputati di vantaggio non sarà facile... «Ma molti altri – è convinto, il premier – si sono resi conto del fatto che un’opposizione pregiudiziale, ideologica e personalistica non serve né al Paese né a loro».«È stata sconfitta - continua il premier - la congiura di Fini e della sinistra, è fallita una manovra di palazzo, un’operazione portata avanti da due anni e che è miseramente fallita». E ora la prospettiva del voto, che solo la Lega continua a tenere in vita, si allontana. «La fiducia è stata chiesta non per andare alle elezioni, ma per governare», assicura Berlusconi. «In questo momento votare è irresponsabile». E il Cavaliere è convinto che la doppia fiducia possa indurre nuovi "indecisi" a scegliere. «Oggi - dice - ci sono le condizioni per inaugurare un rapporto nuovo con tutti, a partire dai parlamentari con i quali condividiamo l’appartenenza al Ppe».Qualcuno di Fli potrebbe arrivare? Gli viene chiesto. «Non solo qualcuno, ma diversi che hanno pagato ormai il loro debito di riconoscenza a Fini e sentono come innaturale la loro permanenza dentro un partito che è all’opposizione. Ieri sera già diversi altri parlamentari hanno offerto la loro collaborazione», assicura.Con Fini, ha più di un sassolino da togliersi. Vittoria numerica, di Pirro? «No è una vittoria politica», rivendica. Dovrà dimettersi da presidente della Camera? «Metà Assemblea glielo ha chiesto, ma è una scelta sua che riguarda la sua dignità». Si capisce però come la pensa. E nega ci sia stata mai una cacciata. «È una menzogna dire che qualcuno sia stato espulso dal nostro partito». Nel Pdl nessun deficit di democrazia interna: «Non come An che molti che stanno con noi hanno dipinto e dipingono come una caserma».
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