lunedì 27 febbraio 2017
Relazione dell'Intelligence italiana al Parlamento: rischio di radicalizzazione in casa. Gentiloni: più sicurezza non vuole meno libertà
I servizi segreti: in Italia rischio di «lupi solitari»
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Sempre più concreto in Italia il rischio terrorismo, secondo la relazione dell'Intelligence italiana al Parlamento, con soggetti
radicalizzati in casa che potrebbero compiere il jihad direttamente nel nostro territorio. La relazione evidenzia anche
l'ondata incessante di migranti, che in breve tempo potrebbe stressare le comunità presenti, con il rischio di possibili
derive radicali, per il risentimento di fronte ad aspettative tradite. Gli 007 dicono inoltre che anche l'Italia continuerà
nel 2017, come molti Paesi, a risentire dalla crisi economica iniziata nel 2008. Il premier Gentiloni: "Più sicurezza non vuol
dire meno libertà".

Rischio "radicalizzati in casa"

È "sempre più concreto" il rischio che alcuni soggetti "radicalizzati in casa" decidano di non partire verso Siria ed Iraq determinandosi "a compiere il jihad direttamente in territorio italiano". Lo segnala la relazione annuale dell'intelligence inviata oggi in Parlamento, che parla di "pronunciata esposizione dell'Italia alle sfide rappresentate dal terrorismo jihadista". I "radicalizzati in casa", evidenzia la relazione, sono dediti ad "attività di auto-indottrinamento e addestramento su manuali on-line, impegnati in attività di proselitismo a favore di Daesh e dichiaratamente intenzionati a raggiungere i territori del Califfato". Ma a causa delle crescenti difficoltà ad arrivare in quelle aree, questi soggetti potrebbero decidere di non partire e colpire qui.


Resta alta l'allerta attentati

Dunque, in Italia come in altri paesi europei, "alla flessione delle partenze di foreign fighters dal territorio nazionale potrebbe corrispondere un aumento del rischio di attacchi domestici da parte di una o più persone legate" da amicizia o parentela. La relazione sottolinea quindi la "pressante campagna intimidatoria" jihadista nei confronti dell'Italia, con immagini che ritraggono monumenti e lo stesso Papa. Gli 007 segnalano tuttavia i "successi 'intangibili" del dispositivo nazionale di prevenzione, dimostrati dal pacifico svolgimento di eventi di vasta portata internazionale e valenza simbolica con l'Expo ed il Giubileo.

Italia potrebbe diventare la base per terroristi internazionali

Oltre a rappresentare un "potenziale target di attacchi diretti", l'Italia potrebbe costituire "un approdo o una via di fuga verso l'Europa per militanti del Califfato presenti in Libia o provenienti da altre aree di crisi" segnala ancora la relazione. Il territorio nazionale, inoltre, potrebbe costituire "una base per attività occulte di propaganda, proselitismo e approvvigionamento logistico, nonché una retrovia o un riparo anche temporaneo per soggetti coinvolti in azioni terroristiche in altri Paesi, come verosimilmente accaduto nel caso dell'attentatore di Berlino, Anis Amri". Inoltre sono ipotizzabili in Europa "ulteriori, cruente campagne terroristiche in corrispondenza con gli arretramenti militari del Califfato" come i diversi attentati del 2016 (Bruxelles, Nizza, Berlino, ecc.) e l'aumento di segnalazioni di "progettualità offensive da perpetrare in territorio europeo".


Gentiloni: più sicurezza non vuole dire meno libertà

"Il messaggio è semplice: sappiamo di essere in un mondo in cui si moltiplicano le minacce asimmetriche. Non ci sono eserciti stranieri alle porte, ma minacce di vario genere, dagli attacchi della cibersicurezza ai pericoli del terrorismo. A queste minacce si risponde non nell'illusione di chiudersi, ma accettando la sfida. Più sicurezza non vuol dire meno libertà" ha detto il premier Paolo Gentiloni commentando la relazione dell'intelligence

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