sabato 24 giugno 2017
La donna, 26 anni, era entrata in contatto con le Sorelle musulmane via Skype e aveva preso il nome islamico di Khadija. Il marito, anche lui militante del Daesh, è morto in Siria
Lara, la foreign fighter italiana fermata a Tortona
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Dalle colline dell'Alessandrino alla jihad in Siria. Ci era già stata Lara Bombonati, 26 anni appena, e con ogni probabilità si preparava a farvi ritorno per combattere e pianificare attentati. Piemontese islamizzata con il nome di Khadija, è stata fermata a Tortona su richiesta della procura di Torino perché sospettata di essere una foreign fighter. Le indagini sono partite dalla denuncia di scomparsa presentata dai familiari della donna e del marito, Francesco Cascio, e dalle prime evidenze del processo di radicalizzazione della coppia, trasferitasi in Turchia tra giugno e ottobre 2014.

Radicalizzati in coppia

La posizione oltranzista assunta dai due giovani è apparsa subito evidente agli investigatori. Lara, con utenza jalyk, da tempo ormai completamente velata e apparentemente chiusa in se stessa, era entrata in contatto con la chat skype delle Sorelle musulmane mentre una delle utenze telefoniche (turca) in uso ai due era stata individuata nell'area del teatro bellico siriano. Successivamente, nel dicembre 2016 le utenze di entrambi erano state localizzate nei pressi della frontiera di Karbeyaz, via di accesso alla regione siriana di Idlib e Aleppo: l'ipotesi investigativa è che i due, dopo l'affiliazione al raggruppamento di foreign fighters provenienti da varie aree, abbiano garantito il proprio sostegno alla causa, l'uomo combattendo e la donna dando assistenza, logistica sanitaria e psicologica oltre che prestandosi a fare da staffetta verso il territorio turco. Proprio durante una missione consistente nella consegna, nell'acquisizione e nell'occultamento di non meglio precisati documenti, Lara era stata scoperta e fermata dalle autorità turche - per colpa di un imprevisto - al momento di rientrare in Siria con documenti d'identità contraffatti.

Cascio sarebbe rimasto ucciso il 26 dicembre 2016 durante un'irruzione armata in un campo di addestramento in territorio siriano, mentre Lara-Khadija, espulsa e rimpatriata in Italia, è finita sotto la lente di ingrandimento della Digos alessandrina, che ne ha monitorato tutti i movimenti. L'inchiesta è coordinata dal procuratore capo di Torino Armando Spataro e dal sostituto Antonio Rinaudo. Il fermo sarebbe scattato in quanto Bombonati avrebbe manifestato l'intenzione di ripartire per la Siria. Secondo gli investigatori la giovane sarebbe inserita nel gruppo Hayat Tahrir al-Sham, Organizzazione per la liberazione del Levante.

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