Un cittadino
siriano di 23 anni, residente
a Varese con la sua famiglia, è stato
arrestato a Genova dalla
Polizia per associazione e
arruolamento con finalità di
terrorismo. L'inchiesta è stata diretta dalla Procura
distrettuale antiterrorismo di Genova.Nel corso delle
indagini, coordinate dalla Direzione centrale della Polizia di
prevenzione, secondo quanto trapela
è emersa l'intenzione del
giovane di partire per la Siria per unirsi alle fila di Jabat al
Nusra, gruppo di miliziani legato ad al Quaeda. La
pianificazione dell'imminente viaggio ha portato l'autorità
giudiziaria ad emettere la misura pre-cautelare del fermo per
pericolo di fuga. Non sarebbero state riscontrate prove su
possibili piani di attentati da attuare sul territorio
italiano.
ALTRI 6 INDAGATI. Nell'ambito dell'indagine sono state eseguite
perquisizioni a carico di altre 6 persone, tutte straniere
e residenti a Genova. Si tratterebbe di tre imam genovesi, del fratello del giovane e di altre due persone che frequentano le moschee. Perquisiti anche luoghi di culto
islamici tra Genova e Rapallo.
ALFANO: LA PREVENZIONE FUNZIONA. "Il nostro lavoro di prevenzione contro la minaccia terroristica si basa anche su una forte attività investigativa ed è proprio a seguito di un lungo e articolato lavoro di indagini che oggi abbiamo raggiunto un altro importante risultato". Lo scrive in una nota il ministro dell'Interno, Angelino Alfano.
IL MINISTRO ORLANDO: ECCO I DATI. Oggi il ministro della Giustizia
Andrea Orlando ha riferito
al Comitato Schengen che sono
345 "i detenuti interessati dal
fenomeno della radicalizzazione in carcere, di cui è possibile
fornire una distinzione in base al grado di pericolosità". I
dati, acquisiti attraverso il monitoraggio in corso, "mostrano
come la
situazione in Italia non sia così allarmante come
quella di altri Paesi europei", ha rilevato Orlando. Dei 345
detenuti, ha specificato, ci sono "almeno 93, per i
quali non sono emersi segnali concreti di radicalizzazione, che
rimangono sospettati e sottoposti ad osservazione; 99, pur non
ancora classificati come radicalizzati, hanno manifestato
atteggiamenti di approvazione in occasione degli attentati di
Parigi, del Belgio e di Dacca. Dei totali 345 detenuti - ha
ricordato Orlando -
153 sono i detenuti classificati a
forte rischio di radicalizzazione, di cui 39 sottoposti al
regime detentivo di Alta Sicurezza, essendo imputati per reati
di terrorismo".I detenuti che provengono da Paesi di fede
musulmana "sono complessivamente 10.500 e sono 7.500 quelli che
la professano. Per quanto la situazione non sia allarmante - ha
ribadito il Guardasigilli - non possiamo permetterci di
sottovalutare nulla, perché
il carcere è un luogo dove si
realizzano forme di radicalizzazione rapida e perché
si tratta
di soggetti vulnerabili".
MASSIMA SICUREZZA A ROMA. La Questura di Roma ha rimodulato il piano
antiterrorismo e ha istituito una zona di massima sicurezza
attorno al
Colosseo. Estesa anche all'area dei
Musei Vaticani
quella già vigente attorno alla
basilica di San Pietro.