mercoledì 3 agosto 2016
Il siriano fermato era pronto ad andare in Siria. Nessuna prova di azioni pianificate sul territorio italiano. Oltre ai religiosi altri 3 sotto inchiesta

Il pachistano espulso mirava ad Orio al Serio

Terrorismo, un arresto e tre imam indagati
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Un cittadino siriano di 23 anni, residente a Varese con la sua famiglia, è stato arrestato a Genova dalla Polizia per associazione e arruolamento con finalità di terrorismo. L'inchiesta è stata diretta dalla Procura distrettuale antiterrorismo di Genova.Nel corso delle indagini, coordinate dalla Direzione centrale della Polizia di prevenzione, secondo quanto trapela è emersa l'intenzione del giovane di partire per la Siria per unirsi alle fila di Jabat al Nusra, gruppo di miliziani legato ad al Quaeda. La pianificazione dell'imminente viaggio ha portato l'autorità giudiziaria ad emettere la misura pre-cautelare del fermo per pericolo di fuga. Non sarebbero state riscontrate prove su possibili piani di attentati da attuare sul territorio italiano.ALTRI 6 INDAGATI. Nell'ambito dell'indagine sono state eseguite perquisizioni a carico di altre 6 persone, tutte straniere e residenti a Genova. Si tratterebbe di tre imam genovesi, del fratello del giovane e di altre due persone che frequentano le moschee. Perquisiti anche luoghi di culto islamici tra Genova e Rapallo.ALFANO: LA PREVENZIONE FUNZIONA. "Il nostro lavoro di prevenzione contro la minaccia terroristica si basa anche su una forte attività investigativa ed è proprio a seguito di un lungo e articolato lavoro di indagini che oggi abbiamo raggiunto un altro importante risultato". Lo scrive in una nota il ministro dell'Interno, Angelino Alfano. IL MINISTRO ORLANDO: ECCO I DATI. Oggi il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha riferito al Comitato Schengen che sono 345 "i detenuti interessati dal fenomeno della radicalizzazione in carcere, di cui è possibile fornire una distinzione in base al grado di pericolosità". I dati, acquisiti attraverso il monitoraggio in corso, "mostrano come la situazione in Italia non sia così allarmante come quella di altri Paesi europei", ha rilevato Orlando. Dei 345 detenuti, ha specificato, ci sono "almeno 93, per i quali non sono emersi segnali concreti di radicalizzazione, che rimangono sospettati e sottoposti ad osservazione; 99, pur non ancora classificati come radicalizzati, hanno manifestato atteggiamenti di approvazione in occasione degli attentati di Parigi, del Belgio e di Dacca. Dei totali 345 detenuti - ha ricordato Orlando - 153 sono i detenuti classificati a forte rischio di radicalizzazione, di cui 39 sottoposti al regime detentivo di Alta Sicurezza, essendo imputati per reati di terrorismo".I detenuti che provengono da Paesi di fede musulmana "sono complessivamente 10.500 e sono 7.500 quelli che la professano. Per quanto la situazione non sia allarmante - ha ribadito il Guardasigilli - non possiamo permetterci di sottovalutare nulla, perché il carcere è un luogo dove si realizzano forme di radicalizzazione rapida e perché si tratta di soggetti vulnerabili".MASSIMA SICUREZZA A ROMA. La Questura di Roma ha rimodulato il piano antiterrorismo e ha istituito una zona di massima sicurezza attorno al Colosseo. Estesa anche all'area dei Musei Vaticani quella già vigente attorno alla basilica di San Pietro.
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