venerdì 30 marzo 2018
Sono arrivate le 40 casette tanto attese a Castelsantangelo sul Nera, dopo 19 mesi dal terremoto
Il paese di Castelsantangelo sul Nera visto dall’alto, dopo la realizzazione delle casette

Il paese di Castelsantangelo sul Nera visto dall’alto, dopo la realizzazione delle casette

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Si commuovono, gli abitanti di Castelsantangelo sul Nera, in provincia di Macerata, 780 metri sopra il livello del mare, nel raccontare l’inizio di una nuova vita. Si riparte, tra le montagne devastate dal sisma, e il primo con le lacrime agli occhi è il sindaco Mauro Falcucci. Sono arrivate le 40 casette tanto attese, dopo 19 mesi dal terremoto, le ultime, che vanno a completare la fornitura prevista per il paese: l’inaugurazione di sabato scorso ha visto la comunità tutta riunirsi, e finalmente riappropriarsi del territorio.

«Il paese rinasce – dichiara Falcucci –. Noi resistiamo e resisteremo con tenacia. Anche quando non ci sarò più, sono certo che i giovani rimarranno a urlare il diritto di restare a vivere in questa terra. Saremo pure quattro gatti, ma con noi la strategia dell’abbandono non attacca. Costi quel che costi, pietra dopo pietra, metteremo a posto le cose. Abbiamo il sacrosanto diritto di vivere qui. E poi, se l’Italia perde la montagna, perde tutto. Chiediamo ancora una volta di ridisegnare il perimetro del cratere, altrimenti la ricostruzione non partirà mai. Bisogna dividere in zone con danni catastrofici, gravi e lievi. Noi abbiamo avuto il 90% di inagibilità». Un amore immenso e saldo, quello del sindaco per la sua terra, che non ha mai vacillato di fronte alle mille difficoltà dell’emergenza e della ricostruzione.

La Messa di Pasqua sarà celebrata nella struttura donata dagli 'Amici del Trentino' e i cittadini si stanno organizzando per una colazione pasquale, per festeggiare. Di nuovo, tutti insieme. «Nazareno Rocchetti, un caro amico – spiega Falcucci – ci ha donato un Cristo in legno, con le braccia alzate. Ci ha commosso. Con quel gesto sembra chiedere al Padre di aiutare questa comunità». E anche i negozi e i locali rinascono: si sono rimboccati le maniche, hanno sbrigato le pratiche e investito i risparmi, e appena messi a punto alcuni dettagli riapriranno i battenti. Rita Michelangeli, titolare di uno dei due bar nel centro storico, aveva il desiderio di riaprire per Pasqua. «È tutto pronto, devono solo attaccare la corrente – specifica –. Il coraggio di riaprire non ci manca, ho 75 anni e sono lì da 53, desidero tornare a casa, tutti mi vogliono bene lassù. Non ne posso più di stare sulla costa, dove alloggio dal 31 ottobre 2016. Non vedo l’ora di far ripartire il bar, a qualsiasi costo. Il terremoto mi ha portato via tutto, due case, un magazzino e altri locali. Pure il pollaio è crollato, le galline sono morte tutte».

Anche Franco Brizi, del bar sulla piazza principale, avrebbe voluto riaprire per Pasqua, ha fatto il possibile, ma non ci riuscirà prima di una decina di giorni. «Entro metà aprile comunque ce la faremo – spiega – ma davvero tra mille difficoltà. Qui ci dicono di anticipare i costi delle spese, rassicurandoci sul fatto che poi saremo rimborsati, ma intanto da un anno e mezzo non lavoriamo e non è semplice tirare avanti. Vogliamo restare, dove dovremmo andare altrimenti? Adesso aspettiamo solo la possibilità di procedere». «Il desiderio di riaprire è forte, speriamo di farcela per l’estate – sottolinea Gregorio Ceccarelli, della Norcineria Altonera –. Abbiamo perso tutto, le case, un bed and breakfast, un negozio, due appartamenti. Il contributo post sisma di sicuro non è sufficiente. Ho 68 anni, stavo in pensione. Ma sto lottando per ricominciare, e per farlo proprio lì dove eravamo. I prodotti, se fatti altrove, non possono essere buoni come quelli della nostra terra».

E altri due Comuni sono in fermento per la Pasqua: questa settimana vengono consegnate 41 casette a Pievebovigliana, oltre alle 21 di Ussita che mancavano per completare la fornitura richiesta. Con questa ultima consegna di Soluzioni abitative d’emergenza, le cosiddette Sae, la comunità di Ussita, completamente evacuata dal sisma di ottobre 2016, è ora ricostituita. La consegna è anche l’occasione per uno scambio di auguri, con la benedizione pasquale delle strutture da parte di don Nello Tranzocchi. «Nel ringraziare la Regione Marche – ha sottolineato il commissario straordinario Mauro Passerotti – e tutti coloro che hanno collaborato, desidero sottolineare, seppure tra i ritardi, il raggiungimento di un risultato dal quale ripartire per una nuova vita del paese e della comunità. Andiamo ora a gestire la fase della ricostruzione e dell’impiego degli investimenti, per accompagnare il rientro delle famiglie con la ripresa economicosociale. Si attende al più presto il trasferimento delle somme stanziate per l’avvio delle progettualità di sviluppo». A Pieve Torina la consegna delle Sae era stata completata a gennaio: ben 208 famiglie sono tornate a vivere in paese. A Visso invece se ne attendono ancora 90, su un totale di 220 richieste.

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