domenica 22 novembre 2015
​La tragedia, 35 anni fa, fece nascere una nuova fratellanza.
COMMENTA E CONDIVIDI
Sono trascorsi 35 anni ma non ne basteranno altri cento per cancellare il ricordo di quei drammatici 90 secondi che, dalle 19,34 del 23 novembre 1980, sconvolsero l’Irpinia e la vicina Basilicata. Interi paesi rasi al suolo, quasi 3mila morti, circa 9mila feriti, 300mila senza tetto e 150mila abitazioni distrutte. A Sant’Angelo dei Lombardi, il centro più colpito, dove di vittime se ne contarono 482, domattina alle 9,30 si riuniranno in seduta congiunta il consiglio comunale e quello provinciale. Rosanna Repole è l’attuale sindaco del paese che, due giorni dopo la tragedia, indossò giovanissima la fascia tricolore in una tenda adibita a palazzo di città, a seguito della scomparsa sotto le macerie del sindaco di allora, Guglielmo Castellano, a soli 32 anni. Nacque una gara di solidarietà, dall’Italia e dall’estero: «Arrivarono da ogni dove manifestandoci fratellanza e comunanza. Un sostegno determinante per la rinascita dell’intera area», ricorda Repole. E fra i primi ad arrivare nei luoghi più colpiti la Misericordia di Firenze. Il 14 aprile 1981 nacque ad Avellino la prima Misericordia irpina, allocata per volontà del parroco don Michele Grella nei locali della Chiesa di San Ciro Martire dove una ventina di “pionieri” iniziarono a offrire il loro impegno emulando la missione che avevano imparato a conoscere dagli “angeli” giunti dalla Toscana. Tante in seguito le sedi aperte in tutta l’aera colpita. E in queste giorni, 35 anni dopo, centinaia di volontari si ritrovano a Fontanarosa, in provincia di Avellino dove, in occasione del ventennale della locale Misericordia, si sta tenendo una tre giorni dedicata alla prevenzione in caso di calamità e situazioni di pericolo, con delle esercitazioni di Protezione civile in 7 scenari diversi. A qualche chilometro di distanza, nel comune di Calabritto, invece, domattina sarà consegnato un premio speciale agli Scout dell’Agesci di Bari. In particolare sarà ricordata la memoria del colonnello Ennio Broccoli che, in maniera eroica, coordinò le prime operazioni di soccorso. Manifestazioni commemorative e messe in suffragio, infine, sono previste un po’ in tutti i 118 comuni dove le ferite lasciate dal terremoto, a distanza di 35 anni, restano tuttora visibili. Una storia fatta anche di sprechi e ritardi, con i costi lievitati a dismisura anche a seguito dell’eccessivo allargamento dell’area del danno. Vicende che hanno finito per rendere la gente d’Irpinia vittima una seconda volta. Col rischio di offuscare il ricordo di una tragedia che fu la più grave dal dopoguerra, ma dalla quale scaturì anche la più grande onda di solidarietà. Anch’essa viva ancora nei ricordi, 35 anni dopo.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: