E adesso che si fa? La domanda che in questi giorni in molti si sono fatti è lo spunto per cominciare a parlare ai parenti di quelle 35 vittime, racchiuse in bare in mogano in fila davanti a lui. Il vescovo di Ascoli Piceno, monsignor Giovanni D'Ercole, ha promesso di "non dire le solite cose da prete o di circostanza" per spiegare il senso di morti tanto atroci e ingiuste. "Ora il senso di tutto questo si trova nell'abbraccio dell'Italia intera e nella preghiera che è anche essa abbraccio. Il terremoto può togliere in pochi istanti tutto, ricorda il pastore, "ma non può toglierci il coraggio della fede. E non adesso non dobbiamo perdere la fede che è la scialuppa di salvataggio". Il sisma ci insegna inoltre che "la natura non perdona - aggiunge il vescovo D'Ercole - e che dobbiamo imparare a dialogare con lei, non sfidarla". Proviamo ad immaginare il terremoto perciò "come un aratro che spacca la terra, ma è strumento vivo per una nuova rinascita". In questo solco però "solo la fede ci indica come reagire: con i piedi ben piantati a terra e il volto rivolto al Cielo". Senza dimenticare che, conclude il presule, "come in questi giorni abbiamo sofferto, sperato e pregato insieme", si ricostruisce "solo insieme". Dunque, non perdete il coraggio, insieme ricostruiremo, ha detto monsignor D'Ercole.I funerali solenni per le 35 vittime marchigiane del terremoto di mercoledì si sono celebrati a partire dalle 11.30 nella palestra comunale, alla presenza delle più alte cariche dello Stato: il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, i presidenti di Senato e Camera, Grasso e Boldrini, e quello del Consiglio, Matteo Renzi, accompagnato dalla moglie Agnese. Nel corso dell'omelia il vescovo ha ricordato Giorgia e Giulia, le due sorelline, una sopravvissuta e l'altra morta che sono diventate tra i simboli del sisma: "La più grande Giulia purtroppo morta, ma ritrovata in una posizione protettiva su Giorgia - ha detto - che sembrava spaesata con la bocca piena di macerie. Morte e vita erano abbracciate, ma ha vinto la vita: Giorgia. Anzi, dalla morte è rinata la vita perché chi esce dal terremoto è come se nascesse di nuovo". Durante la sua toccante omelia il vescovo di Ascoli ha letto una pagina di Don Camillo e di quando l'"originale parroco deve affrontare il dramma dell'alluvione". Anche quei cittadini sono alle prese con le domande rivolte a Dio: perché? La risposta data da don Camillo e indicata dal vescovo: "Stare insieme è la scialuppa di salvataggio nella tempesta". Mattarella: non vi lasceremo soliNella palestra sono risuonati i nomi di ciascuna delle 35 vittime. Il rito è stato trasmesso da due maxi schermo all'esterno e nel Duomo di Ascoli. Al termine della cerimonia funebre il presidente Mattarella ha abbracciato uno a uno i parenti di ciascuna delle 35 vittime, intrattenendosi con ognuno. A loro e a tutti gli sfollati ha assicurato: non vi lasceremo soli.
Anche il Papa in preghiera"Anche il Papa in preghiera per i terremotati". Lo ha affermato stamani a Pordenone il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato Vaticano. Manifestando "la mia partecipazione al lutto che ha colpito le famiglie dei terremotati e tutta Italia", Parolin ha aggiunto che "la giornata di lutto nazionale esprime una partecipazione corale a questa tragedia. Il Papa si è già fatto presente e continuerà a farsi partecipe in questa giornata di lutto assicurando la solidarietà e la propria preghiera".Le salme ad ArquataLe famiglie hanno voluto riportare le salme nei cimiteri di Arquata e di Capodacqua. Hanno deciso che i loro cari "riposino lì" accanto a loro, non lontano dalle case colpite che vogliono ricostruire come e dove erano, sottolinea il sindaco Aleandro Petrucci. Così al termine del rito religioso i carri funebri hanno percorso le strette stradine che portano ai cimiteri, danneggiati dal sisma ma ancora agibili. L'obiettivo del sindacoè di creare appena possibile un'area dedicata alle vittime delterremoto. Il 31 agosto i funerali per le vittime lazialiI morti laziali di Amatrice e Accumoli invece saranno onorati martedì prossimo, 31 agosto, alle 18 in un giardino all'aperto di Amatrice, senza le salme per ragioni di spazio, ha annunciato monsignor Domenico Pompili, vescovo di Rieti. Sarà presente il premier Renzi. Una notte di scosseAncora una notte di scosse, l'intensità delle quali si va però sempre più riducendo rispetto ai giorni scorsi. Mattarella ad AmatriceMattarella è arrivato questa mattina alle 8 ad Amatrice in elicottero, e ha voluto visitare a piedi il centro distrutto. Negli stessi minuti arrivava la conferma del ritrovamento di altri due corpi sotto le macerie dell'hotel Roma: si tratta di una giovane coppia di Orvieto. Poi i ritrovamenti di corpi sono proseguiti: altri 6 ad Amatrice. Nel pomeriggio il decesso di un uomo in ospedale. Il bilancio delle vittime, forse questa volta definitivo, è salito a 291. Ancora 14 corpi di riconoscereIn campo 6.120 soccorritori, 2.500 persone assistite. Gli estratti vivi dalle macerie sono 238. Nelle Marche non risultano dispersi. Al lavoro il gruppo di esperti che opera sui riconoscimenti: ad Amatrice ci sono 14 vittime ancora da identificare; per 5 si è proceduto all'esame del Dna.